venerdì 12 luglio 2013

Paola è passata al Sonica di Sant’Agata

La serata è di quelle che potrebbero passare inosservate.
La stanchezza di qualche giorno fa non è aiutata dal caldo e dall’età.
C’è voglia di non pensare e di rilassare e, come dire, cazzeggiare.
Ma qualcosa o qualcuno mi spingono fuori per davvero, esco e provo ad andare in mezzo alla gente.
Caffè, con la piazza che è vuota, auto, che è solo una via più in là, e mi avvio in mezzo alla campagna, molto campagna e molto mille, come si dice da queste parti.
L’orario potrebbe esser tardi ma pazienza, figurati se comincia così presto e poi c’è l’altro gruppo prima.
E infatti, tempo di prender ‘na birra e salutare l’Alle che ha Ulisse da quasi un anno e ricordarle che il delirio è solo all’inizio e che non finirà mai può solo cambiare maturare evolversi e lei rimane sorridente e sbigottita, accendo la pajana e vedo accendersi le luci là sul palco e il gruppo comincia a suonare e cantare in inglese che un po’ capisco i testi. Cavolo che frase lunga… Sono bravi, hanno le loro personalità, meritano comunque gli applausi non solo d’incoraggiamento.
Poi, nel giro di cinque minuti i ragazzi del palco cambiano il set.
Rimane la batteria in fondo e centrale, semplice, rimane a sinistra il basso e a destra la chitarra, e rimangono il microfono al centro e due chitarre classiche (?), quindi si capisce bene che Paola Turci sta per apparire.
Cominciano delle voci di sottofondo, con musica incalzante, che raccontano varie robe di questo mondo, distinguo bene Don Gallo, Benigni, Martin Luther King, Kennedy, forse papa Wojtyła, forse papa Francesco, forse Falcone o Borsellino dire una roba tipo che un uomo che combatte un altro uomo non è un uomo libero e un popolo che combatte un altro popolo non è un popolo libero, o qualcosa del genere… poi attacca la musica, già potente, e poi entra lei, che è bellissima! Braga aderente nera (tipo da palestra) con sopra la maglia lunga a coprire il culo ma senza maniche, fa di brutto! E’ energica ai massimi…
Cosa potrà mai pensare una persona quando va a un concerto, conosce sì e no tre canzoni, e spera tanto che una in particolare sia suonata, e per giunta per bene?
La pelle d’oca! I brividi sulle braccia che non vanno più via.
E’ così che con le luci rosse sullo sfondo, e lei che parla per la prima volta, dice che vuole lasciarsi andare a questo viaggio, ed io sorrido e comincio a cantare che mi sembra di essere l’unico (ma ovviamente no).
E allora, a squarciagola e chissenefrega:

Mi sembra di volare, anche se sono ancora qui e scusa se ti faccio male se me ne vado via così
E mi riprendo i sogni le speranze le illusioni e TUTTO QUEL CHE SAI DI ME
E mi riprendo questo amore in tutte le versioni e ricomincio a vivere
E volo così a braccia aperte tra le nuvole, volo così nell'aria tersa senza limiti
Volo nell'anima di queste notti tenere, volo così perché è così che devo vivere
Volo nel cuore di chi ha voglia di sbagliare, volo nel sole perché ho voglia di bruciare
Volo così, volo così!
Adesso no ti prego non parlare, non mi cadere in questo blu, non ho bisogno di certezze ma di sognare un po’ di più
E all'improvviso il vento smuove nuove SENZAZIONI che non so più distinguere
E all'improvviso non resisto più alle TENTAZIONI e ricomincio a vivere
E volo così a braccia aperte tra le nuvole, volo così nell'aria aperta senza limiti
Volo più in alto e mi respiro L’IMPOSSIBILE, volo planando e così mi sento vivere
Volo fra questi scogli SUPERANDO il mare, volo nel sole perché ho voglia di bruciare
Volo così, volo così, volo così a braccia aperte tra le nuvole
Volo così!

E a questo punto potrei anche andarmene a casa, che la carica di adrenalina fatta per me è già stata fatta.
Ma siamo solo alla terza canzone e sono mooooolto curioso di seguire ancora un po’.
Il concerto prosegue bene, la gente non si affolla e non si accalca, c’è fin troppo spazio nel prato. Ci sono pure biciclette e cani al guinzaglio, ci sono sedie da giardino per fare sedere quelli che hanno già molto un’età, ci sono ragazzi con gli ormoni trattenuti dai visi brufolosi, e ragazzi dentro compagnie che non sono raccolti per niente ma seguono come zerbini quelli che forse credono di avere come esempio, ci sono donne attempate che non tengono il tempo nemmeno se a battere le mani lo fanno da esempio sul palco, ci sono quelli che forse è la prima volta che sentono tanta musica tutti assieme, ci sono quelli che si tengono per mano e parlano piano e se ne vanno via, ci sono un sacco di macchine fotografiche che vendono come telefoni, e ci sono teleobiettivi e super-teleobiettivi, ci sono persone che sono appoggiate alla transenna e cantano ogni canzone, e ci sono quelle timide che dietro di me sperano che non finisca ancora.
E poi c’è la Paola che mi sorprende ogni mossa di più, il concerto mi piace, peccato solo essere solo in mezzo agli altri e non conoscere in sostanza nulla del repertorio.
Però riesco a farmi coinvolgere, e a pensare bene, e a emozionare come me.
Ecco che mi segno una strofa che spero di ritrovare per riportarla al meglio, e la canzone è una Piccola canzone d’amore. E io ho sospirato così. E ti ho pensato.

Un chiaro frammento di luce, questo tu sei
E tra i sentieri scuri della notte mi accompagnerai
E nei sogni sveglierai dentro un alba silenziosa
Grande l'esistenza di chi ama come fai tu che guardi con stupore il lento e fragile passare delle nuvole
Mi sorridi e non ho più paura di non sapere quando fermare in tempo le lacrime, ma tu…
Non mi mancare mai, non mi mancare mai
Piccola canzone d'amore, questo tu sei
E come una pioggia in piena estate tornerai a sorprendermi
Cercheremo nella stessa direzione, attraverseremo la terra insieme ed anche oltre la fine
Non mi mancare mai, non mi mancare mai, non mi mancare mai.

Poi va beh, sono diverse le parole e le strofe e quindi le canzoni che mi hanno colpito, come quella de Le storie degli altri.
Ma soprattutto sono contento di aver visto un bello spettacolo.
E’ stato coinvolgente. Rock, checchesenedica!

Ciao Paola, chissà se ci sarà altra occasione.


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