La
serata è di quelle che potrebbero passare inosservate.
La
stanchezza di qualche giorno fa non è aiutata dal caldo e dall’età.
C’è
voglia di non pensare e di rilassare e, come dire, cazzeggiare.
Ma qualcosa
o qualcuno mi spingono fuori per davvero, esco e provo ad andare in mezzo alla
gente.
Caffè,
con la piazza che è vuota, auto, che è solo una via più in là, e mi avvio in
mezzo alla campagna, molto campagna e molto mille, come si dice da queste
parti.
L’orario
potrebbe esser tardi ma pazienza, figurati se comincia così presto e poi c’è l’altro
gruppo prima.
E
infatti, tempo di prender ‘na birra e salutare l’Alle che ha Ulisse da quasi un
anno e ricordarle che il delirio è solo all’inizio e che non finirà mai può
solo cambiare maturare evolversi e lei rimane sorridente e sbigottita, accendo
la pajana e vedo accendersi le luci là sul palco e il gruppo comincia a suonare
e cantare in inglese che un po’ capisco i testi. Cavolo che frase lunga… Sono
bravi, hanno le loro personalità, meritano comunque gli applausi non solo d’incoraggiamento.
Poi,
nel giro di cinque minuti i ragazzi del palco cambiano il set.
Rimane
la batteria in fondo e centrale, semplice, rimane a sinistra il basso e a
destra la chitarra, e rimangono il microfono al centro e due chitarre classiche (?), quindi si capisce bene che Paola Turci sta per apparire.
Cominciano
delle voci di sottofondo, con musica incalzante, che raccontano varie robe di
questo mondo, distinguo bene Don Gallo, Benigni, Martin Luther King, Kennedy, forse
papa Wojtyła, forse papa Francesco, forse Falcone o Borsellino dire una roba
tipo che un uomo che combatte un altro uomo non è un uomo libero e un popolo
che combatte un altro popolo non è un popolo libero, o qualcosa del genere… poi
attacca la musica, già potente, e poi entra lei, che è bellissima! Braga
aderente nera (tipo da palestra) con sopra la maglia lunga a coprire il culo ma
senza maniche, fa di brutto! E’ energica ai massimi…
Cosa
potrà mai pensare una persona quando va a un concerto, conosce sì e no tre
canzoni, e spera tanto che una in particolare sia suonata, e per giunta per
bene?
La
pelle d’oca! I brividi sulle braccia che non vanno più via.
E’
così che con le luci rosse sullo sfondo, e lei che parla per la prima volta,
dice che vuole lasciarsi andare a questo viaggio, ed io sorrido e comincio a
cantare che mi sembra di essere l’unico (ma ovviamente no).
E
allora, a squarciagola e chissenefrega:
Mi sembra di volare, anche se sono ancora qui e scusa se
ti faccio male se me ne vado via così
E mi riprendo i sogni
le speranze le illusioni e TUTTO QUEL CHE SAI DI ME
E mi riprendo questo amore in tutte le versioni e ricomincio
a vivere
E volo così a braccia aperte tra le nuvole, volo così
nell'aria tersa senza limiti
Volo nell'anima di queste notti tenere, volo così perché
è così che devo vivere
Volo nel cuore di chi
ha voglia di sbagliare, volo nel
sole perché ho voglia di bruciare
Volo così, volo così!
Adesso no ti prego non parlare, non mi cadere in questo
blu, non ho bisogno di certezze ma di sognare un po’ di più
E all'improvviso il vento smuove nuove SENZAZIONI che
non so più distinguere
E all'improvviso non
resisto più alle TENTAZIONI e ricomincio a vivere
E volo così a braccia aperte tra le nuvole, volo così
nell'aria aperta senza limiti
Volo più in alto e mi respiro L’IMPOSSIBILE, volo planando e così mi sento vivere
Volo fra questi scogli SUPERANDO il mare, volo
nel sole perché ho voglia di bruciare
Volo così, volo così, volo così a braccia aperte tra le
nuvole
Volo così!
E a
questo punto potrei anche andarmene a casa, che la carica di adrenalina fatta
per me è già stata fatta.
Ma siamo
solo alla terza canzone e sono mooooolto curioso di seguire ancora un po’.
Il concerto
prosegue bene, la gente non si affolla e non si accalca, c’è fin troppo spazio
nel prato. Ci sono pure biciclette e cani al guinzaglio, ci sono sedie da
giardino per fare sedere quelli che hanno già molto un’età, ci sono ragazzi con
gli ormoni trattenuti dai visi brufolosi, e ragazzi dentro compagnie che non
sono raccolti per niente ma seguono come zerbini quelli che forse credono di
avere come esempio, ci sono donne attempate che non tengono il tempo nemmeno se
a battere le mani lo fanno da esempio sul palco, ci sono quelli che forse è la
prima volta che sentono tanta musica tutti assieme, ci sono quelli che si
tengono per mano e parlano piano e se ne vanno via, ci sono un sacco di
macchine fotografiche che vendono come telefoni, e ci sono teleobiettivi e
super-teleobiettivi, ci sono persone che sono appoggiate alla transenna e
cantano ogni canzone, e ci sono quelle timide che dietro di me sperano che non
finisca ancora.
E poi
c’è la Paola che mi sorprende ogni mossa di più, il concerto mi piace, peccato
solo essere solo in mezzo agli altri e non conoscere in sostanza nulla del
repertorio.
Però
riesco a farmi coinvolgere, e a pensare bene, e a emozionare come me.
Ecco che
mi segno una strofa che spero di ritrovare per riportarla al meglio, e la
canzone è una Piccola canzone d’amore. E io ho sospirato così. E ti ho pensato.
Un chiaro frammento di luce, questo tu sei
E tra i sentieri scuri della notte mi accompagnerai
E nei sogni sveglierai dentro un alba silenziosa
Grande l'esistenza di chi ama come fai tu che guardi con stupore il lento e
fragile passare delle nuvole
Mi sorridi e non ho
più paura di non sapere
quando fermare in tempo le lacrime, ma
tu…
Non mi mancare mai, non mi mancare mai
Piccola canzone d'amore, questo tu sei
E come una pioggia in piena estate tornerai a
sorprendermi
Cercheremo nella stessa direzione, attraverseremo la terra insieme ed anche oltre la fine
Non mi mancare mai, non mi mancare mai, non mi mancare
mai.
Poi va
beh, sono diverse le parole e le strofe e quindi le canzoni che mi hanno
colpito, come quella de Le storie degli altri.
Ma soprattutto
sono contento di aver visto un bello spettacolo.
E’
stato coinvolgente. Rock, checchesenedica!
Ciao Paola,
chissà se ci sarà altra occasione.
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