domenica 31 marzo 2013

Mia nonna lo diceva sempre…


Com’è risaputo ai più, mia nonna non la teneva.
Voglio dire, non facevi in tempo a raccontarle anche solo una supposizione, un ragionamento, che questo era già giunto alle orecchie avide o distratte di partenti e amici e anonimi, ovviamente per bocca sua.
Sì dài, ammettiamolo, come dice un detto in dialetto da queste parti e un po’ ovunque nella bassa mia nonna non teneva la piscia.
E badiamo bene non vuole essere un’offesa, anzi, solo un dato di fatto.
Mia nonna lo diceva sempre che se le Palme erano bagnate poi la domenica dopo si poteva festeggiare in cortile.
Ecco allora che dopo tanti giorni di pioggia insistente altalenante assillante, oggi è apparso il bel cielo sereno della primavera.
L’azzurro vivo e terso abbacinava gli sguardi assonnati del cambio dell’ora in avanti.
Le nuvole erano lontane oltre il profilo dei colli bolognesi, biancastre si confondevano con le cime ancora ben innevate, e San Luca all’ombra vegliava sulla giornata di festa.
Ecco come mi sono avvicinato al pranzo.
Si dice Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi.
Ora, oggi, con chi voglio non sarebbe esattamente così, ma tant’è, me la godo lo stesso, a modo mio.

Mia nonna lo diceva sempre, e diceva sempre “domani nevica” in dialetto strettissimo, ma questa è un’altra storia.

Ciao Nonna, so che non sei più sola e che lo dici ancora.

sabato 30 marzo 2013

Scommettiamo


Gino è proprio bello quando mi racconta di questa avventura.
Dice che con un amico hanno aperto un’attività.
E’ agitato mentre mi racconta dell’investimento.
Mi dice che coi tempi che corrono ha voluto provare a fare qualcosa di diverso.
Io mentre ascolto penso che è bravo perché ha pensato di fare, e non è rimasto ancorato a qualcosa che comincia a non essere più in equilibrio come una volta.
Gli occhi gli luccicano, e guardano oltre i timori, e i ragionamenti.
Mi chiede di andarlo a trovare. Io rispondo almeno per delle partite.
Ma so bene che spesso non so nemmeno cosa farò dopo un momento, allora carico il mio criceto e gli metto sulla sua zavorra anche questa idea: se passi da Sant’Agata sulla provinciale 16 davanti alle scuole elementari ricordati di fermarti per quanto possibile a salutare Michele.


Ah già, lui è Michele, in realtà, Gino è il suo specchio, forse, col quale ha sempre avuto un buon rapporto aperto.
(Oppure che sia lui a scrivere di tanta satira?, mah non lo sapremo mai…)

Ciao Michi, in bocca al lupo, tieni botta, e percorri sempre la tua strada a testa alta.

Ah, oggi ci sono stato, ed era bellissimo!




martedì 26 marzo 2013

Come una spugna


Dài ormai è chiaro. Non è nemmeno più il caso di tenerlo nascosto, tenermelo nascosto nemmeno a me.
Cavolo si capisce bene. Ormai non ci sono dubbi.
Sono fatto così.
Raccolgo quello che passa cammina scappa arriva sulla mia strada.
Guardo ascolto osservo sento, raccolgo.
Assorbo.
Come una spugna.
Avido divoro le parole i suoni le idee.
Sono colpito, e prendo quello che piace soddisfa emoziona.
E poi lascio andare. Mi sciolgo.
Distribuisco.
Apro le braccia e che sia quel che sia.
E allora ecco ancora che riporto queste, del diciotto marzo:

L'esercizio migliore per rafforzare i muscoli del tuo cuore è sollevare lo spirito di qualcuno ogni volta che puoi

Ed è vero. E ci credo davvero.

Grazie Barbara.

sabato 23 marzo 2013

Ora riposa (oppure corri ancora un po')


Ero piccolo, avevo visto poco.
Da più grande ho ascoltato notizie sempre più interessanti.
Recentemente ho sentito l'uomo parlare alla radio.

Un ricordo indelebile, la gioia esplosa negli occhi, la fatica a ottenere i risultati.
E un dito dritto verso il cielo!

Ciao Pietro, sii te stesso anche adesso. 

venerdì 22 marzo 2013

Amica e Amico (alias Cinzia e Cinzio)


Il giro di un anno sta passando.
Oggi affronto una boa, spero la prima di tante, qui nella rete.
Ero partito titubante, con le mie solite fisime, poi man mano mi sono addentrato, ho cercato, provato, navigato.
Sono andato qua e là, a seconda del vento o degli umori.
Ho espresso idee e opinioni, ho provato ad esporre chi sono, quello che provo.
E’ tutto qui. Beh, almeno una parte.

Oggi, ora, colgo l’occasione per salutare alcune persone, senza le quali poco di me ora, oggi, si vedrebbe così chiaro.
Ecco che riporto, ancora una volta, parole che non sono mie, ma che provo tali, e le rendo proprio perché quando le ho sentite la prima volta, dentro sotto pelle fino alle ossa, ho pensato proprio a te, che fai parte di quelle persone di cui sopra.

Ho preso la chitarra senza saper suonare, volevo dirtelo, adesso stai a sentire non ti confondere prima di andartene devi sapere che io e te ci abbracciamo forte, che ci sbattiamo porte, che andiamo contro vento, che stiamo in movimento, io e te che abbiamo fatto un sogno, che volavamo insieme, che abbiamo fatto tutto e tutto c'è da fare, che siamo ancora in piedi in mezzo a questa strada, io e te che abbiamo fatto a pugni fino a volerci bene, che andiamo alla deriva nella corrente, io e te che attraversiamo il fuoco con un ghiacciolo in mano, che siamo due puntini ma visti da lontano, che ci aspettiamo il meglio come ogni primavera, io e te, ho preso la chitarra senza saper suonare, è bello vivere anche se si sta male, volevo dirtelo perché ce l'ho nel cuore, son sicurissimo! (amore)


Corri Lore’!, proprio come quasi vent’anni fa quando cominciavi a entrare nel mondo dei Grandi.

Io cerco di stare qui ancora un po’.

giovedì 21 marzo 2013

I figli, l’arco, la linea dell’infinito


Ho incrociato per caso, (e daje col caso), delle belle parole nel sito di “una brava davvero un bel po’”.
Allora non posso non diffondere anche io…

da: Il Profeta di Kahlil Gibran
I vostri figli non sono vostri. Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di se stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi, e benché vivano con voi ciò nondimeno non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri, perché essi hanno i loro pensieri.
Potete custodire i loro corpi ma non le loro anime, perché le loro anime abitano la casa del futuro, che neppure in sogno potete visitare.
Potrete cercare di essere simili a loro ma non potrete farli simili a voi, perché la vita procede e non si attarda mai sopra il passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccati avanti.
L'arciere vede il bersaglio sulla linea dell'infinito e con forza vi tende, perché le frecce vadano rapide e lontane.
E che il vostro tendervi nella mano dell'arciere avvenga nella gioia!
Perché come ama le frecce che volano, così ama l'arco che sta fermo.

Ora, io, ignorante di un sacco di cose, credo di pensarne altrettante, una è circa proprio così.

Grazie Benedetta.

Primavera


Non so perché, o forse sì ho i miei buoni motivi, la mia idea di primavera non si limita alla data e alla stagione e a tre mesi.
C’è qualcos’altro in giro.
I sorrisi.
Le strade che si asciugano.
Le rane che gracidano nei fossi.
I fiori che sbocciano.
Le albe più presto e i tramonti più tardi.
I cuori impazziti.
I cuori spezzati.
Gli ormoni giovanili schizzati.
Gli starnuti.
I pollini.
Gli insetti a invadere le case.
I programmi.
Le giornate buone.
Le boccate d’aria fresca.
Le lucciole sulla salita dell’abbazia.
I travasi.
Alcune potature.
I colori dei prati.
Gli amori tentati e quelli passati.
Il verde dei boschi.
Gli animali che escono.
Le bermuda e le canottiere.
I tornei notturni.
Le manze che transumano.
Gli esami.
Le coppe e le finali.
Le spiagge che si ripopolano.
I sentieri che si camminano.
I percorsi che si pedalano.
Le idee che si avverano in magie reali vissute in pieno.
E’ il prima dell’arrivo.
E’ il viaggio per andare.
E’ rimanere in movimento alla ricerca dell’orizzonte che si allontana.
Non so perché, o forse sì, a me piace la primavera.

E ora giriamo anche questa pagina.

domenica 17 marzo 2013

Viola come colore preferito, ma è anche un fiore


C’è una persona che conosco da molto tempo che oggi sta soffrendo di un male comune, di un male che ogni tanto chi più chi meno, che più o meno consapevolmente si ammettono certe robe, chi scrivendoci chi cantandoci, di un male che tutte le persone di questo mondo hanno sofferto, soffrono e soffriranno.
Io non ho risposte, che anche per me fatico a trovarle.
La roba non è semplice, ma nemmeno impossibile.
Ora cito alcune parole di una poesia, è una lettera alla madre se non ricordo male, che un tizio di nome Lorenzo ha pensato bene di raccontare al mondo con della musica.
Eccone una piccola parte:

     Sbocciano, i FIORI sbocciano e danno tutto quel che hanno in libertà,
     Donano, non si interessano di ricompense e tutto quello che verrà,
     Mormora, la gente mormora… falla tacere praticando l'ALLEGRIA
     Giocano a dadi gli uomini, resta sul tavolo un avanzo di magia

Quindi auguro a questa persona di fiorire sempre ancor di più, fregandosene altamente di chi non riconosce la bellezza dei suoi petali, di quelle persone che non accettano i suoi profumi, fiorire sempre ancor di più disinteressandosi di quello che le sta attorno, senza ascoltare le male lingue o le parole astiose, fiorire ancor di più sorridendo in faccia alle persone distratte che non si appassionano, fiorire sempre della magia che ha vissuto per tutti questi anni.

Dài allora!, ancora una volta!, sempre e ancor di più!, cammina ancora la tua strada!, ora!

(per riposare ci sarà tempo, poi, come dice uno che si conosce entrambi…)

mercoledì 13 marzo 2013

I 5 rimpianti, da www.somebliss.com


Qualche tempo fa, non sto a spiegare come dove e come, ho incrociato il blog nel titolo e in un attimo era nella barra dei preferiti. Quando riesco leggo quanto viene scritto, non ho mai commentato, non appartengo al circolo giro o che ne so che permetterebbe di farlo, chissà un giorno.
Comunque, oggi, che è dopo ieri e i giorni scorsi appena passati dal fine settimana, ho letto un richiamo a qualcosa del febbraio scorso, curioso sono andato, ho letto, e come sempre ho concluso che non è un caso che sia passato da quelle parti proprio oggi. Punto.

Ecco tutto, cito:
“Nel Febbraio dell'anno scorso, ho pubblicato uno scritto che parlava del rimpianto.
Mi permetto di segnalarvelo nuovamente, non è mia abitudine farlo, ma qualcosa mi spinge a sottolineare l'importanza dei risultati dello studio che vi avevo sottoposto allora.
Eccolo qui dunque, istintivamente sento che è il momento di rileggerlo e farvelo rileggere...chi è interessato può cliccare sul link qui sotto.
Grazie.”


Personalmente mi è piaciuto molto, e allora cerco di distribuire un bel pensiero… avevo ri-provato a commentare con queste parole, ma ovviamente non sono stato accettato, finchè non mi decido ad appartenere a certi gruppi…

Ecco il mio:
Un anno in ritardo, ho letto, recepito, e cercherò di divulgare.
Non è un caso che abbia incrociato queste tue parole proprio ora.
Mi piacciono, le trovo vere e concrete oltre che dottrinali, perché cavolo se è difficile fare le cose per bene, per noi, per loro, per gli altri.
Ma ci si deve comunque provare, non c'è dubbio, fino alla fine, da ora a sempre.

E adesso, buon proseguimento a tutti, cercate di farlo per bene.

lunedì 11 marzo 2013

Una Gioia (dei Modà)

Certo lo so, lo so che l’ho già scritto, il CASO non esiste.
E ribadisco, ci credo anche e forse soprattutto perché l’ho sentito dire per prima da una tartaruga saggia, anche se in realtà non so quale sia l’origine effettiva di questo dato di fatto.
Tant’è.
Ieri mi sono capitate parole sguardi emozioni sensazioni, e non ero solo, come da vent’anni a questa parte.
Oggi mi è capitata questa addosso, arrivata da altra fonte altri luoghi altri termini.
Tant’è.
Allora vorrei solo far sapere quanto sia importante per le persone che le vogliono bene, che deve riconoscersi ancora quella forza che porta dentro, che comunque oltre c’è sempre il sole, che il buio non esiste senza luce, che dopo c’è sempre qualcosa di migliore, che dobbiamo pensare sempre al meglio che deve ancora venire.
E quando arriverà noi dobbiamo esserci, in ogni caso.
E mi domando che non sia già qui quel meglio per il quale tanto bramiamo.
Ecco, dunque, per come l’ho sentita io, quanto di oggi posso offrire a ieri…

Sognare di volare e avere sempre il bisogno di nuove sensazioni per cancellare un ricordo…
E non esiste un cielo senza stelle se resto ad occhi chiusi ed oltre, oltre le nuvole guardo
Eppure è Gioia se penso che son vivo anche in mezzo al casino
Eppure è Gioia se penso che da ieri io sono ancora in piedi
Pensare di star male e non avere rispetto verso chi sta peggio, verso chi invece è già morto
Eppure è Gioia se penso che son vivo anche in mezzo al casino
Eppure è Gioia se penso che da ieri io sono ancora in piedi
Distendersi su un prato e respirare la luce, confondersi in un fiore e ritrovarsi a sentire l'odore dell'estate, la fatica delle salite per apprezzarle meglio quando saranno discese…
Eppure è Gioia se penso che son vivo anche in mezzo al casino
Eppure è Gioia se penso che da ieri io sono ancora in piedi

Un abbraccio forte, pieno di gioia, come da più di vent’anni a questa parte. E’ per te!

martedì 5 marzo 2013

Margherita mi ha raccontato le stelle (e non solo)



“tutto comincia dalle STELLE” è il libro pubblicato da Sperling&Kupfer scritto a quattro mani da Margherita Huck e Gianluca Ranzini.
Ho terminato la lettura proprio oggi.
Lo avevo comprato come ipotetico regalo per una ragazza di tredici anni, giusto perché in seconda di copertina era specificato quanto appariva già in copertina, cioè che è un libro dai contenuti importanti e forsanche difficili scritti per ragazzi, ma non solo per loro.
Poi, le occasioni, le evenienze della vita, non so, hanno fatto si che rimanesse sullo scaffale della libreria per quasi due anni.
L’idea del regalo era stata soddisfatta da altro, sempre in ambito lettura libro adolescenza.
Allora, durante una malattia autunnale mi ero proprio detto vediamo un po’ cosa ci capisco io delle stelle e controlliamo se la Margherita è davvero quella gran persona che credo che sia. Nota bene, non che la conosca di persona, l’ho solo sentita parlare in alcune interviste di svariati argomenti e tutte le volte ne rimanevo incantato, dalla loquacità dalla disponibilità dall’accetto e dalle mani.
Dunque, mi ero introdotto nella navicella spaziale che tanto viene menzionata, giacché è la cooprotagonista della voce narrante, e mi sono fatto trasportare fino a qui.
Ho capito poco dello spazio, delle stelle, delle galassie, degli ammassi, della materia, delle robe fisiche metafisiche cosmiche astrologiche astronautiche astrali e basta, ma ho inteso un intenso senso filosofico a tutto quello che sta sopra la nostra testa.
A parte i dati tecnici fisici e chimici, quindi, mi rimane che lassù c’è una roba affascinante ai massimi. C’è il tutto e c’è il niente. La luce, le forze, l’energia, sono sempre bilanciate da altro, che a volte non conosciamo ancora ma che siamo capaci di teorizzare.
Avevo cominciato la lettura di gran passo, con passione, poi però man mano che le cose si facevano più complicate mi stavo arenando in qualcosa di simile all’insofferenza, ma con pazienza sono arrivato, proprio oggi, agli ultimi capitoli dove si traggono le conclusioni che tanto mi sanno di filosofico e che tanto mi prenderebbero. A volte nei ragionamenti che andavo leggendo ne anticipavo le battute, più o meno.

Quindi, la Margherita l’è una ganza, non c’è che dire, tanto di cappello e di molto altro.

Ora, però, basta letture. (forse)
Mi dedico ad altro, di mio…

lunedì 4 marzo 2013

Basta poco per vivere meglio


La musica di sottofondo (se non ho raccolto male delle informazioni trattasi di  “Maybe it’s for this reason”) è proprio di quelle che mi piacciono, con il piano a fare il ritmo cadenzando i tempi e i respiri.
Bella davvero. Per poi, dopo un’attesa, far entrare un’emozione, una reazione, forte.
Se poi ci si mettono pure delle parole giuste…

Ciao…
Arriva un momento in cui ci sentiamo la vita in mano, non perché si è arrivati ma perché si vuole ripartire…
Iniziare qualcosa vuol dire dare, dare energia, cogliere mille possibilità…
E non ci sono scelte giuste o sbagliate, c’è solo vivere ogni momento, perché ogni giorno può essere un nuovo inizio…
Oggi è il giorno in cui condividere
Oggi è il giorno in cui rischiare, emozionarsi, sperimentare…
Oggi è il giorno in cui scoprire che per vivere meglio basta poco!

Ikea, buono a sapersi. 

Elogio a Luciana Littizzetto


L’ho sempre ascoltata volentieri.
In passato ho pure letto qualcosa, più o meno tratto dai monologhi più o meno brevi.
Devo essere sincero: mi piace.
Ha quel non so che di attraente, checché ne dicano le super vamp modelle o quelli che in una donna cercano chissà cosa e chissà perché.
Lei, come dire, la trovo come un concentrato di energia, sensibile nell’animo e forte nella parola, consapevole nel ragionamento e capace di termini coloriti per sottolineare una contraddizione comune.
Della serie quando bisogna dirlo lo si deve dire senza nascondersi dietro un incoerente non si dovrebbe.
Certo spesso è oltre, fuori dalle righe, ma a mio parere mai senza rispetto, ma rimanendo nei limiti, i suoi.

Bene, ieri sera, domenica sera come sempre negli ultimi anni, aspettavo i suoi apostrofi, le sue frecciate, per ridere con sarcasmo di robe importanti.
Poi ha raggelato gli astanti.
Ha proprio detto una roba tipo si certo da me una cosa così seria non ve l’aspettate, o qualcosa del genere.
Ma io, che la sento, a volte un poco più in là, mi sono immaginato veramente robe serie.
Allora mi sono fermato ed ho ascoltato in silenzio, immobile, nel tentativo di tenere sotto controllo il nodo che stava nascendo dal basso.

Ha ragione, il dolore va ben rispettato. Punto.

Grazie Luciana. Continua così.

sabato 2 marzo 2013

Caro Amico ti scrivo (il saluto di Lorenzo a Lucio Dalla)

Ormai è passato un anno.
Cavolo se passa il tempo! Non si ferma proprio mai.

Io c'ero.
Cavolo se c'ero. Il caso, che non esiste come dice sempre una tartaruga saggia, mia ha fatto vivere quell'avvenimento.
E ne è valsa la pena.
E' stata emozione pura, forte, fortissima.
Forse credo pure di avere un poco pianto, tra i miei occhi socchiusi e le guance accaldate e un po' più giù ad annodare il collo, ma ero contento, felice di quel momento.
Tutto il palazzo dello sport addobbato a concerto ha cantato a squarciagola, davvero tutto, e non so se quello che sto scrivendo renderà immaginabile quel che è stata la realtà, mollando gli ormeggi e arrivando a note incredibili, sentendosi addosso sulla pelle tutto quello che c'era da sentire.
Io ho avuto questa impressione, e sono certo anche gli altri che erano a testimoniare tanta bella roba, certo chi più chi meno, ognuno a modo proprio.
L'emozione era palpabile nell'aria dorata che copriva gli spalti e il parterre e il palco.
Poi, con la commozione carica per bene, le mani a battere il tempo sono partite da sole, tutte assieme, le mie come quelle degli altri, di tutti, e credo che tanti siano stati felici di salutare in quel modo tanta poesia e tanta fantasia.
Ora, te che stai leggendo questo mio ricordo, cerca in rete questo brano e mettiti comodo, con le luci soffuse del caso, e poi accendi il sonoro al volume che serve.
Ascolta. Senti l'emozione.
Poi, se vuoi, mi farai sapere.
Io, nel cantare e nel battere le mani, ho rivisto un sacco di foto della mia vita, c'erano un sacco di persone a me care.

Era a Casalecchio. Era il 4 marzo 2012. Punto.

Ciao Lucio.