Qualche
sera fa ero in giro a piedi per i viali del paese.
Le foglie
abbondanti di quest’autunno indefinibile erano incollate dalla pioggia scesa
nei giorni precedenti.
La temperatura
dell’aria, nonostante l’ora serale, permetteva di non indossare alcun giubbotto.
Il
cambio dell’ora legale solare costringeva il sole al sonno e la notte a
presentarsi presto.
Avevo fretta,
osservavo i miei passi e guardavo distratto chi incrociava la mia via mentre
camminavo svelto per i miei pensieri e i miei conti.
Seduti
al tavolino di un bar erano due ragazzi, poco più giovani di me, una lei e un
lui. Lei non la conoscevo, direi proprio mai vista, lui lo conoscevo, certamente
quel viso mi stava raccontando che ci avevo pure parlato in uno o più momenti
del mio passato nemmeno troppo lontano.
Ma quale
sarà stato mai il suo nome?
Ero certo
fosse lui, incontrato per pochi mesi e a intervalli ripetuti, quindi magari
male, ma ero certo fosse lui.
Mi
capita spesso di vedere volti e sorrisi e sguardi che mi dicono qualcosa, che
al minimo mi raccontino immediatamente una roba tipo guarda che ci siamo conosciuti e abbiamo parlato spesso insieme, si
certo sono io quello che pensi che io sia, o qualcosa del genere.
Qualche
sera fa ero in giro per i viali, scalciavo le foglie umide sull’asfalto a ogni
movimento del mio passo, e un ragazzo seduto al tavolino di un bar aveva
distratto l’attenzione dalla sua compagnia, dolce!, per sorridermi e dirmi
qualcosa. Certamente per ripigliarmi dalla mia solita testa tra le nubi mi
aveva detto uno svelto ciao non ci
conosciamo più?, mentre io crollavo sulla terra certo di sapere chi fosse
ma ignaro completamente del suo nome rispondevo col mio sorriso migliore,
spero, certo mille anni fa in mezzo a un
campo…, lasciando intendere che fosse una battuta e proseguendo la mia via sicuro
che io, da sempre, ho la memoria che ho.
Mi dispiace
incontrare persone e sapere di poterle salutare poiché un minimo di passato in
comune esiste da qualche parte e non avere la certezza di poterle chiamare per
nome o foss’anche per soprannome.
Mi dispiace,
e un po’ mi sento in colpa.
Ma sono
fatto così. E porto pazienza.
Oppure ti capita di incontrare qualcuno che ti ferma, ti saluta e di te e dei tuoi sa vita morte e miracoli e quando se ne va tu resti lì ebete a chiederti...ma chi bip bip era questo? E allora capisci che si tratta di qualcuno che non ha lasciato impronte nella tua esistenza, una specie di cometa di quelle che passano troppo veloci. Chiamiamola pure scarsa fisionomia...
RispondiEliminaCredo tu voglia intendere la scarsa capacità di ricordare le persone per la loro forma colore modo di fare modo di parlare capigliatura modo di muovere le mani modo di camminare.
RispondiEliminaSì capita anche quello, di averne scarsa, ma spesso le persone si riconoscono a vicenda in mezzo a mille proprio solo per quello, anche se credono di non averla, la capacità intendo...