Ci
sono certi telefilm che mi piacciono davvero tanto.
L’altra
sera, smanioso di vedere la puntata settimanale, ero concentrato bene a
raccogliere tutto il possibile.
Però,
si sa, spesso le robe che girano attorno possono spingere e tirare, e possono
distrarre e non fare cogliere le brame.
Dunque
sono arrivato strano ad assistere al finale.
Ma che
finale.
Si parlava
di san valentino, degli innamorati, del calore tra le persone, dei regali in
certe ricorrenze. E di certe voglie di regalare qualcosa di meglio di di più
rispetto al partner o all’amico o. Tutte competizioni che non condivido,
ovviamente. Si badi bene, a me non sono mai piaciuti i regali per forza, i
regali e le feste troppo comandate, troppo comandate da usanze dettate non da
ispirazioni personali ma da abitudini della massa.
Ecco allora,
alla conclusione erano presenti i regali, ed io a partecipare ascoltando il
possibile.
Era un
cassetto, vuoto, nella casa di lei, per lui.
Era un
cassetto, vuoto, a disposizione di lui.
Era un
cassetto, vuoto, pronto a riempirsi di robe di lui, di loro, di lei.
Era un
cassetto vuoto, ma palpabilmente già pieno di tanto.
Era un
cassetto, vuoto, aperto.
Il mio regalo solitamente nasce da un’intuizione del momento, o da una lunga riflessione sul da farsi.
Invidio
l’idea di un regalo così.
Concordo! Spesso si regala per obbligo, perché c'è una ricorrenza più o meno imminente, è così che la società ci ha educati. Scatta allora la corsa alla ricerca o all'acquisto, con il rischio di farsi prendere dalla fretta e di conseguenza con il rischio di sbagliare o di non soddisfare.
RispondiEliminaI regali nascono da dentro, da qualcosa che si sente e che si vuole condividere o trasmettere alle persone a cui teniamo di più. Il regalo allora diventa un mattone da mettere insieme ad altri nel tempo, che serviranno a costruire qualcosa di solido e di duraturo, che ci si porterà dietro per sempre, come una valigia.
Quindi i regali fatti o ricevuti servono a costruire qualcosa o a riempirlo, dipende dai punti di vista.