venerdì 3 maggio 2013

Paura!


Erano quasi le quattro e mezzo di oggi pomeriggio.
Fuori dalle finestre del nostro ufficio il buio nel cielo.
Verso ovest l’accumulo continuo di nubi, una sull’altra, venti da nord e venti da sud, all’apparenza aria calda e aria fredda.
E qualcuno che nota una forma semisferica in mezzo a quel caos.
Il primo vero temporale primaverile sembra servito.
Ma non è da solo.
Siamo tutti attoniti quando vediamo il vento, cioè gli stracci di nuvola grigia, arricciarsi a metà del cielo.
Siamo a bocca aperta quando assistiamo alla formazione del vortice, del mulinello, c’è chi nomina il tornado.
Siamo allibiti quando la punta appena formata si fionda verso terra, veloce rapidamente solleva quelli che sembrano polveroni. Temiamo per chi e cosa si trova sotto, e temiamo per noi che siamo al piano rialzato, molto rialzato.
Rimaniamo in attesa cercando di capire se questa natura ancora ostile si voglia fare vedere da più vicino, se la tromba d’aria spinta dai venti voglia farsi toccare anche da noi.
Siamo contenti quanto tutto, com’è nato, così è finito.
Vediamo sollevarsi da terra la punta, arricciarsi all’insù. Sembra svanire.
Ora il cielo a ovest sembra molto più illuminato, verso nord invece, come da notizie telefoniche, arriva violenta la pioggia, battente, fitta e pesante.
La tromba sembra voglia ricomparire, ma i venti la fermano e tutto svanisce nella luce del sole ancora alto all’orizzonte.
Paura, abbiamo avuto davvero paura.









Poi, in prima serata, ho avuto modo di vedere dei danni in un'altra zona della bassa, lungo quella linea sfortunata dove pare si sia abbattuta la grandine e la tromba.
In certi campi c’è acqua fin sopra i fossi.
Mentre viaggio al sole nella mia auto apparentemente al sicuro, ricevo notizie di alberi divelti e di case scoperchiate, una pattuglia dei carabinieri mi impedisce la strada scelta facendomela allungare un po’.
Sono sorpassato da due camionette dei pompieri a sirene spiegate. E si stanno dirigendo proprio dove sto andando io.
E mi preoccupo assai.
Due telefonate, brevi e dirette, mi sollevano i pensieri.
(ecco un buon uso dell’infernale cellulare)

Arrivo, appare tutto sereno, solo molta acqua ai bordi, e fogliame sparso qua e là.
Mi raccontano di due mulinelli a portata di braccio, occhi allibiti mi riferiscono di grandine sui parabrezza da fare tremare tutto. E io racconto breve la mia.

I miracoli sono in salvo, e gai si divertono come nulla fosse.

Però, che paura!

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