Erano quasi le quattro e mezzo di oggi
pomeriggio.
Fuori dalle finestre del nostro ufficio
il buio nel cielo.
Verso ovest l’accumulo continuo di
nubi, una sull’altra, venti da nord e venti da sud, all’apparenza aria calda e
aria fredda.
E qualcuno che nota una forma
semisferica in mezzo a quel caos.
Il primo vero temporale primaverile
sembra servito.
Ma non è da solo.
Siamo tutti attoniti quando vediamo il
vento, cioè gli stracci di nuvola grigia, arricciarsi a metà del cielo.
Siamo a bocca aperta quando assistiamo
alla formazione del vortice, del mulinello, c’è chi nomina il tornado.
Siamo allibiti quando la punta appena
formata si fionda verso terra, veloce rapidamente solleva quelli che sembrano
polveroni. Temiamo per chi e cosa si trova sotto, e temiamo per noi che siamo
al piano rialzato, molto rialzato.
Rimaniamo in attesa cercando di capire
se questa natura ancora ostile si voglia fare vedere da più vicino, se la
tromba d’aria spinta dai venti voglia farsi toccare anche da noi.
Siamo contenti quanto tutto, com’è
nato, così è finito.
Vediamo sollevarsi da terra la punta, arricciarsi
all’insù. Sembra svanire.
Ora il cielo a ovest sembra molto più
illuminato, verso nord invece, come da notizie telefoniche, arriva violenta la
pioggia, battente, fitta e pesante.
La tromba sembra voglia ricomparire, ma
i venti la fermano e tutto svanisce nella luce del sole ancora alto all’orizzonte.
Paura, abbiamo avuto davvero paura.
Poi, in prima serata, ho avuto modo di
vedere dei danni in un'altra zona della bassa, lungo quella linea sfortunata
dove pare si sia abbattuta la grandine e la tromba.
In certi campi c’è acqua fin sopra i
fossi.
Mentre viaggio al sole nella mia auto
apparentemente al sicuro, ricevo notizie di alberi divelti e di case
scoperchiate, una pattuglia dei carabinieri mi impedisce la strada scelta
facendomela allungare un po’.
Sono sorpassato da due camionette dei
pompieri a sirene spiegate. E si stanno dirigendo proprio dove sto andando io.
E mi preoccupo assai.
Due telefonate, brevi e dirette, mi
sollevano i pensieri.
(ecco un buon uso dell’infernale
cellulare)
Arrivo, appare tutto sereno, solo molta
acqua ai bordi, e fogliame sparso qua e là.
Mi raccontano di due mulinelli a
portata di braccio, occhi allibiti mi riferiscono di grandine sui parabrezza da
fare tremare tutto. E io racconto breve la mia.
I miracoli sono in salvo, e gai si
divertono come nulla fosse.
Però, che paura!
Nessun commento:
Posta un commento