A Bologna, in quel Concerto per l’Emilia, dove ripeto c'erano sinapsi
positive tra le persone presenti, Alessandro Bergonzoni ci raccontò una sua
lettera, a modo suo, e io a modo mio la rileggo così, con questi a capo, per
prendere fiato, e mandare giù qualche emozione in più.
Cara
Terra, sembri all’ultimo stadio ma non è l’ultimo stadio, ne avremo altri pieni
così.
Terra
ti abbiamo fatto paura. Per questo tremi. Ma cambieremo.
Stasera
cambiamo, ti facciamo ballare, Terra.
Questo
facciamo stasera, questo facciamo stasera, Terra.
Ballaci
sotto. Cambiamo, dobbiamo cambiare.
Non
facciamo più il possibile, dobbiamo fare l’impossibile, te lo promettiamo.
Cambieremo
anche lavoro, faremo nuovi lavori. Fonderemo la “Banca dei Peli”.
Si
dice sempre: per un pelo non mi hanno dato il mutuo, per un pelo non ho avuto
la pensione, per un pelo non ho vinto un concorso. Beh, la banca dei peli cosa
fa? Ti darà quel pelo per andare avanti.
È
l’incredibile stasera.
Cara
Terra, con i soldi raccolti stasera costruiremo ospedali dove ci andrà chi non
si è mai fatto niente.
Li
chiameremo Ospedali Grandi Illesi.
Ma
soprattutto ne costruiremo altri dove ci andrà chi crede che trivellare la
terra non abbia conseguenze.
Non è
vero.
Chi
costruisce ovunque, chi risparmia sul lavoro.
E li
chiameremo Ospedali Grandi illusi!
Capiranno
questa volta? Sì, capiranno!
Osserveremo
le regole, Terra, osserveremo le norme come fossero comandamenti ma ci
metteremo un punto interrogativo e diventeranno i “Domandamenti”.
Cioè
“non rubare?” È confermato? Siamo sicuri? Sì.
“Non
desiderare la donna d’altri” c’è ancora o è stato sostituito da “vietato
sparecchiare?”
Dicci
Terra!
Terra
ti prometto che sapremo distinguere i diritti dai doveri, ma soprattutto
capiremo i “dov’eri”.
Dov’eri
quando la devastavano, dov’eri quando ti chiedeva aiuto. Dov’eri?
Questi
volontari che sono là che soffrono, ma offrono.
È una
loro forza. Soffrono, offrono.
Terra,
estirperemo quelle piante di uomini piccoli, in miniatura, invasati, che non
crescono mai. I “non-sai”.
Non li
vogliamo più i non-sai.
Sono
gli unici che sanno che l’indifferenza è biadesiva, cioè si attacca da tutte le
parti.
Noi
non siamo indifferenti, non possiamo.
Ti
prometto che diventeremo intelligenti. Se perderemo le chiavi di casa ce ne
fregheremo perché avremo il duplicato della porta. Te lo prometto.
Guarderemo
la televisione ma non l’accenderemo. Questo faremo.
E rispetteremo
il prossimo, ma anche quello che c’è già qui ora, perché il prossimo è già
troppo tardi.
Il
prossimo viene dopo, meglio quello di adesso. Adesso, ora!
E
cambieremo, Terra. Cambieremo unità di misura. Non più in chilometri
misureremo, ma in abbracci.
Misureremo
lo spazio in abbracci, non più in chilometri.
Questo
vogliamo fare, Terra, sappilo!
E
siccome il terremoto è una devastazione non ci metteremo sotto la pensilina di
questa de-va-sta-zio-ne e penseremo, si chiama pensilina perché dobbiamo pensare.
Non ci
piove.
E
impareremo dalla chirurgia etica. Ci rifaremo il senno.
Rifacciamoci
il senno di 30-40 misure! Terra, te lo promettiamo.
I
nostri Re saranno Re-Agire e Re-Sponsabile.
Saranno
loro i nostri Re.
Impareremo
dai Maya, dagli Ittiti, dai Babilonesi, non saremo un popolo di zittiti. Te lo
promettiamo.
Non
saremo più un popolo sotto dettatura, non lo siamo più un popolo sotto
dettatura.
Decidiamo
il da farsi, ma stasera anche il da darsi. Stasera è il da darsi.
Voi
state dando, la parola danno dentro la parola dare. Voi state dando, grazie!
La
Terra questo lo sente.
Terra,
ci monteremo la testa. Te lo prometto, ci monteremo la testa!
Troppa
persone escono alla mattina e la lasciano sul cuscino. Montiamocela la testa!
Svegli!
La
parola purtroppo non esisterà più.
La
parola “aimè” diventerà un monumento artistico all’altruismo disinteressato.
La tua
casa è crollata? Soffri? Sei solo? Tranquillo: “hai me”!
Noi
saremo la risposta a loro.
Avete
noi. Hai me!
Non
piangeremo più sul latte versato, cambieremo mucche.
E come
diceva un mio amico muratore: “Il buongiorno si vede dal mattone”.
Costruiamoci!
Grazie
Terra, tutta la Terra, non solo l’Emilia.
Grazie
Alessandro, sono certo che la Terra ci sta ascoltando, ancora.
Sta a
noi continuare a farci sentire nel modo giusto.