giovedì 7 agosto 2014

Montecchio, i Rio, e Chiara... roba da non crederci

Il bello della musica è che spesso te la ritrovi addosso quando meno te lo aspetti, o quando nemmeno la vorresti, come per esempio a cavallo di quella rotonda quella canzone passa per radio e te non vorresti nemmeno sentirla ma distrattamente alzi pure il volume.
Eccolo il volume, delle idee, delle bugie, del suono.
A volte, certe robe, basta dirle col volume giusto, che è il tono giusto, a volte basta non masticarle tanto per dire, ma esporle e metterle sul tavolo e vedere poi cosa capita dopo.
Allora, a volte, ti capita di esporre un’idea, così quasi per dire, ma la racconti per bene, che si capisca bene quello che dici e quello che intendi.
E da quel tavolo esce che dai ci si va andiamo a vedere cosa vuol dire…
Allora il primo venerdì di agosto, e pare davvero agosto e non novembre o dicembre, si va Montecchio Emilia presso la festa pd. Si fatica un poco a trovarla solo perché non si vogliono chiedere indicazioni alla gente del centro, che non si rimanga impotenti che non si sa mai, ma si immagina bene che sia nei pressi del centro sportivo, che si trova tutto spento. Solo la prontezza della vista e delle orecchie fa si che parcheggi proprio lì, fuori via un po’ fuori mano, e si seguino le persone che già camminano verso il nostro obiettivo.
L’area è ampia, ma scarna di chioschi espositivi; subito ci si imbatte nelle dimostrazioni un po’ particolari delle prove di motori, intesi come trattori agricoli di ogni genere e tipo e cilindrata e dimensione. E ci sono ricordi, e sorrisi.
Si cerca Arena Spettacoli vagando nelle poche stradine ghiaiate. Trovata, comprati i biglietti di ingresso, sottolineo COMPRATI, si sceglie di ingannare la mezz’ora di attesa con altri passi nel parco e per il caffè. Qui quel minimo di animo ambientalista ha il sopravvento: alla cassa, per soli due caffè, ci viene rilasciata una ricevuta di carta, solo la matrice ovviamente, delle impressionanti dimensioni di circa 8/10 cm per 20 cm, e allora scatta la battuta sarcastica abbattiamo pure un albero intero per denunziare due caffè. MAH!!! C’è anche da ammettere che poco prima eravamo stati distratti e o disturbati da una posa per foto di gruppo di Fabio and company su richiesta di alcune fan: chiedimi se me ne ero accorto se non dopo quando tutto è finito?? Già già già…
Quando siamo entrati in Arena è stata un’emozione. L’Arena in sé dava spettacolo, nonostante la sua età ed eventuale incuria era piuttosto accogliente, il mezzo arco di gradinate era a disposizione e sufficientemente libero dalle erbacce.
Ma soprattutto Chiara è entrata con le sue gambe in un’area concerto rock dal vivo, o qualcosa del genere.
Un poco circospetta ha portato pazienza con la mia curiosità, e il mio girovagare curioso di osservare tutto il possibile, scattando le mie solite foto mentali, cercando le motivazioni per tanti tavolini e sedie da giardino non trovandole. Poi s’è deciso per un posto defilato sui primi gradoni in alto, la vista era ottima e sicuramente lo sarebbe stato alche l’ascolto.
Il concerto è stato quello de i Rio, che seguo a modo mio da diversi anni.
E’ stato bello. Anche se non hanno suonato la mia canzone.
E’ stato carico. Anche se all’inizio c’è stato troppo poco ritmo.
E’ passato bene. Loro alla fine sono sempre loro, la loro musica onesta, le loro parole, quelle strofe che hanno il loro perché.
Certi pezzi ti rimangono dentro, altri li ascolterai ancora un po’ prima di intenderli per bene. Va sempre così. Anche con loro.
Come in Mediterraneo, dove dai che molliamo tutto e ce ne andiamo via dai che ci regaliamo questa (stupida) follia, su ogni strada lasceremo amore lungo la scia…
Siamo stati bene, pure in compagnia del coniglio detto biancoconiglio, almeno fino all’arrivo del maremmano chiaro detto cane da riporto o salvataggio…

E dire che le foto le scatto anche così:



Chiara a un concerto, con me, roba da non crederci.


Alla prossima, chissà, quest’anno di nuovo a Chiavica…

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