Il bello
della musica è che spesso te la ritrovi addosso quando meno te lo aspetti, o
quando nemmeno la vorresti, come per esempio a cavallo di quella rotonda quella
canzone passa per radio e te non vorresti nemmeno sentirla ma distrattamente
alzi pure il volume.
Eccolo
il volume, delle idee, delle bugie, del suono.
A volte,
certe robe, basta dirle col volume giusto, che è il tono giusto, a volte basta
non masticarle tanto per dire, ma esporle e metterle sul tavolo e vedere poi
cosa capita dopo.
Allora,
a volte, ti capita di esporre un’idea, così quasi per dire, ma la racconti per
bene, che si capisca bene quello che dici e quello che intendi.
E da
quel tavolo esce che dai ci si va andiamo
a vedere cosa vuol dire…
Allora
il primo venerdì di agosto, e pare davvero agosto e non novembre o dicembre, si
va Montecchio Emilia presso la festa pd. Si fatica un poco a trovarla solo perché
non si vogliono chiedere indicazioni alla gente del centro, che non si rimanga
impotenti che non si sa mai, ma si immagina bene che sia nei pressi del centro
sportivo, che si trova tutto spento. Solo la prontezza della vista e delle
orecchie fa si che parcheggi proprio lì, fuori via un po’ fuori mano, e si seguino
le persone che già camminano verso il nostro obiettivo.
L’area
è ampia, ma scarna di chioschi espositivi; subito ci si imbatte nelle
dimostrazioni un po’ particolari delle prove di motori, intesi come trattori agricoli
di ogni genere e tipo e cilindrata e dimensione. E ci sono ricordi, e sorrisi.
Si cerca
Arena Spettacoli vagando nelle poche stradine ghiaiate. Trovata, comprati i
biglietti di ingresso, sottolineo COMPRATI, si sceglie di ingannare la mezz’ora
di attesa con altri passi nel parco e per il caffè. Qui quel minimo di animo
ambientalista ha il sopravvento: alla cassa, per soli due caffè, ci viene
rilasciata una ricevuta di carta, solo la matrice ovviamente, delle impressionanti
dimensioni di circa 8/10 cm per 20 cm, e allora scatta la battuta sarcastica abbattiamo pure un albero intero per
denunziare due caffè. MAH!!! C’è anche da ammettere che poco prima eravamo
stati distratti e o disturbati da una posa per foto di gruppo di Fabio and
company su richiesta di alcune fan: chiedimi se me ne ero accorto se non dopo
quando tutto è finito?? Già già già…
Quando
siamo entrati in Arena è stata un’emozione. L’Arena in sé dava spettacolo,
nonostante la sua età ed eventuale incuria era piuttosto accogliente, il mezzo
arco di gradinate era a disposizione e sufficientemente libero dalle erbacce.
Ma soprattutto
Chiara è entrata con le sue gambe in un’area concerto rock dal vivo, o qualcosa
del genere.
Un
poco circospetta ha portato pazienza con la mia curiosità, e il mio girovagare
curioso di osservare tutto il possibile, scattando le mie solite foto mentali,
cercando le motivazioni per tanti tavolini e sedie da giardino non trovandole. Poi
s’è deciso per un posto defilato sui primi gradoni in alto, la vista era ottima
e sicuramente lo sarebbe stato alche l’ascolto.
Il concerto
è stato quello de i Rio, che seguo a modo mio da diversi anni.
E’
stato bello. Anche se non hanno suonato la mia canzone.
E’
stato carico. Anche se all’inizio c’è stato troppo poco ritmo.
E’
passato bene. Loro alla fine sono sempre loro, la loro musica onesta, le loro
parole, quelle strofe che hanno il loro perché.
Certi
pezzi ti rimangono dentro, altri li ascolterai ancora un po’ prima di
intenderli per bene. Va sempre così. Anche con loro.
Come
in Mediterraneo, dove dai che molliamo
tutto e ce ne andiamo via dai che ci regaliamo questa (stupida) follia, su ogni
strada lasceremo amore lungo la scia…
Siamo stati
bene, pure in compagnia del coniglio detto biancoconiglio, almeno fino all’arrivo
del maremmano chiaro detto cane da riporto o salvataggio…
E dire
che le foto le scatto anche così:
Chiara
a un concerto, con me, roba da non crederci.
Alla
prossima, chissà, quest’anno di nuovo a Chiavica…
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