venerdì 29 agosto 2014

Go-kart biposto, i miracoli, un bambino

L’occasione fa l’uomo ladro. Dicono.
E allora la voglia di tornare in quel –odromo dopo tanti quasi più di vent’anni è davvero tanta.
E lo propongo.
E ci si va. Si prova. Si gira. E sento che mi piace proprio, che l’adrenalina sale alle stelle, che comunque anche se solo dieci minuti ho sudato come un pazzo, che vorrei rifarlo subito, che come allora comincio a parlare a raffica e ho l’energia delle batterie cariche ai massimi, che dormire è l’ultimo pensiero che passa per la testa e che girerei tutta sera a ricordare robe o a scoprirne di nuove.
E ringrazio infinitamente Chiara che mi ci ha portato, anche se guidavo io, e che mi ha sopportato oltre che supportato, che ha girato il mio stesso giro anche se vivendo esperienza e sensazioni ben diverse, che ha accettato questa roba con me anche se poi non ci è stata proprio bene.

Poi, alla fine, con tutta quella pelle d’oca, comincio i miei soliti ragionamenti del dopo, anche molto dopo, che io certe robe poi le capisco sempre molto tardi rispetto la media.
Le mie sinapsi volteggiano e gorgogliano e il loro turbinio porta a una sola conclusione: c’erano, noleggiabili come gli altri, anche dei go-kart biposto.
E allora il mio pensiero è andato direttamente ai miracoli che so subito per certo che apprezzerebbero un giro per uno con me. E allora ci ragiono su dei giorni, ma velocemente che i miei giri in riviera con loro non sono mica lontani. E allora ne parlo e decido che se i nostri sentieri un pomeriggio o che ne so potrebbero passare da quel –odromo perché non andarci per davvero.
Oppure si potrebbe fare volutamente senza aspettare il caso che poi caso non è mai.

E vengono i miei giorni a Cesenatico, e ci ho scritto pure uno Stato in merito, e racconti la tua idea a chi di dovere che raccoglie subito con l’entusiasmo che vuole quell’età, che vorrebbe farlo subito che andrebbe già mentre ti risponde.
Chiedi almeno di portare pazienza perché la distanza non è esigua e il tempo di attesa nel trasferimento potrebbe essere annoiante. Tant’è. Si riesce a ingannare il tempo solo con milioni di barzellette e indovinelli quasi tutti inventati su due piedi e quindi di una qualità pessima degna del libro meno letto della storia.

Quando si arriva nel luogo del misfatto la pista è liberissima.
E’ già ora di cena in molte case del circondario ma la nostra fame, la loro noiosissima fame per penuria di merenda, passa in un attimo.
La voglia si concreta nella possibilità di girare, la prima volta, i primi giri in questo traffico, praticamente da soli.
E allora via, a pagare due pass ingresso, casco in testa e minime istruzioni del meccanico.
Che mi dice la prossima volta potreste invertirvi di posto, il pedale del freno è più ampio apposta…
Ma io osservo e basta, annuisco, e passo oltre…

E cominciano i giri. E che giri. E ancora giri. E sgommate. E accelerazioni. E divertimento. E saluti. E velocità. E curve in pieno. E staccate all’ultimo o quasi. E chiacchiere e grida. E velocità. E ancora. E ancora. Fino alla fine.
E i giri, poi, ricominciano subito. Ma non siamo più soli. Ci sono altri in giro. Ma noi non ci badiamo troppo, due curve per capirci, e sorpassiamo bene e andiamo oltre. E di nuovo giri. E ancora giri. E sgommate. E accelerazioni. E divertimento. E velocità. E saluti. E curve in pieno. E staccate all’ultimo o quasi. E velocità. E chiacchiere e grida. E sorpassi. E ancora sorpassi. E tentativi di arrivare al sorpasso. E velocità. E poi ancora. E ancora.


Entusiarmo alle stelle...


Velocità... Velocità...



I giri di questo giro, con quel bambino a fare da guida, sono stati davvero entusiasmanti.


1 commento:

  1. Bella roba! Bravo! Anke le foto che riflettono bene idee e sentimenti. Da rifare.quando si è in piena forma. Anke se forse le minimoto...uhmmm

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