L’occasione
fa l’uomo ladro. Dicono.
E allora
la voglia di tornare in quel –odromo dopo tanti quasi più di vent’anni è
davvero tanta.
E lo
propongo.
E ci
si va. Si prova. Si gira. E sento che mi piace proprio, che l’adrenalina sale
alle stelle, che comunque anche se solo dieci minuti ho sudato come un pazzo,
che vorrei rifarlo subito, che come allora comincio a parlare a raffica e ho l’energia
delle batterie cariche ai massimi, che dormire è l’ultimo pensiero che passa
per la testa e che girerei tutta sera a ricordare robe o a scoprirne di nuove.
E ringrazio
infinitamente Chiara che mi ci ha portato, anche se guidavo io, e che mi ha
sopportato oltre che supportato, che ha girato il mio stesso giro anche se vivendo
esperienza e sensazioni ben diverse, che ha accettato questa roba con me anche
se poi non ci è stata proprio bene.
Poi,
alla fine, con tutta quella pelle d’oca, comincio i miei soliti ragionamenti
del dopo, anche molto dopo, che io certe robe poi le capisco sempre molto tardi
rispetto la media.
Le mie
sinapsi volteggiano e gorgogliano e il loro turbinio porta a una sola
conclusione: c’erano, noleggiabili come gli altri, anche dei go-kart biposto.
E allora
il mio pensiero è andato direttamente ai miracoli che so subito per certo che
apprezzerebbero un giro per uno con me. E allora ci ragiono su dei giorni, ma
velocemente che i miei giri in riviera con loro non sono mica lontani. E allora
ne parlo e decido che se i nostri sentieri un pomeriggio o che ne so potrebbero
passare da quel –odromo perché non andarci per davvero.
Oppure
si potrebbe fare volutamente senza aspettare il caso che poi caso non è mai.
E vengono
i miei giorni a Cesenatico, e ci ho scritto pure uno Stato in merito, e
racconti la tua idea a chi di dovere che raccoglie subito con l’entusiasmo che
vuole quell’età, che vorrebbe farlo subito che andrebbe già mentre ti risponde.
Chiedi
almeno di portare pazienza perché la distanza non è esigua e il tempo di attesa
nel trasferimento potrebbe essere annoiante. Tant’è. Si riesce a ingannare il
tempo solo con milioni di barzellette e indovinelli quasi tutti inventati su
due piedi e quindi di una qualità pessima degna del libro meno letto della
storia.
Quando
si arriva nel luogo del misfatto la pista è liberissima.
E’ già
ora di cena in molte case del circondario ma la nostra fame, la loro
noiosissima fame per penuria di merenda, passa in un attimo.
La
voglia si concreta nella possibilità di girare, la prima volta, i primi giri in
questo traffico, praticamente da soli.
E
allora via, a pagare due pass ingresso, casco in testa e minime istruzioni del
meccanico.
Che mi
dice la prossima volta potreste
invertirvi di posto, il pedale del freno è più ampio apposta…
Ma io
osservo e basta, annuisco, e passo oltre…
E
cominciano i giri. E che giri. E ancora giri. E sgommate. E accelerazioni. E divertimento.
E saluti. E velocità. E curve in pieno. E staccate all’ultimo o quasi. E chiacchiere
e grida. E velocità. E ancora. E ancora. Fino alla fine.
E i
giri, poi, ricominciano subito. Ma non siamo più soli. Ci sono altri in giro. Ma
noi non ci badiamo troppo, due curve per capirci, e sorpassiamo bene e andiamo
oltre. E di nuovo giri. E ancora giri. E sgommate. E accelerazioni. E divertimento.
E velocità. E saluti. E curve in pieno. E staccate all’ultimo o quasi. E velocità.
E chiacchiere e grida. E sorpassi. E ancora sorpassi. E tentativi di arrivare
al sorpasso. E velocità. E poi ancora. E ancora.
Entusiarmo alle stelle... |
Velocità... Velocità... |
I giri
di questo giro, con quel bambino a fare da guida, sono stati davvero
entusiasmanti.
Bella roba! Bravo! Anke le foto che riflettono bene idee e sentimenti. Da rifare.quando si è in piena forma. Anke se forse le minimoto...uhmmm
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