sabato 30 agosto 2014

Chiara e Jean Sebastien, le loro parole

Si sono incontrati per caso sotto due cedri credo secolari.
In realtà nei pressi di due cedri credo secolari perché è stato il tavolo picnic di legno pesante che li ha messi a conoscenza.
Entrambi per la prima volta su quel picnic. Entrambi ignari di quel cammino.
Le cortesie da prima buona educazione hanno fatto presto spazio a discorsi appena un poco più ampi.
Il loro inglese non di madrelingua era perfetto alle mie orecchie ignoranti.
Si sono incontrati sul Gennaro, che non è partenopeo come tanti potrebbero pensare di primo acchito, ma bolognese in quanto monte di un parco regionale emiliano. Monte nemmeno tanto alto, ma sempre di monte si tratta.
Sul Gennaro si sono incontrati un poco di Italia che non vuole l’Italia e un po’ di Lussemburgo che vuole l’Europa se non di più.
L’Italia che incontra il Lussemburgo sul Gennaro lungo la via per l’Africa non lontano dall’Abbazia e nemmeno troppo dalla cosiddetta civiltà. Dove l’Africa è una vecchia zona cortiliva dei colli bolognesi.

Hanno parlato tanto e bene. E si sono fatti capire tanto e bene.
Hanno considerato le principali informazioni personali per arrivare presto a parlare dei propri pensieri, desideri, mortificazioni, aspirazioni, ragionamenti, e poi di economia, vagamente di politica, di viaggi, di terre da vedere, di città da conoscere.
Lui che ha citato la Spagna il Portogallo la Francia la Germania e non mi ricordo quali altri, lei che ha citato la Nuova Zelanda Berlino New York e non mi ricordo cos’altro.

Avevano entrambi lo sguardo oltre.
Lo sguardo era ampio sul mondo e non limitato alle prime vie.
Lui che placidamente e apertamente porta la famiglia su un sentiero sconosciuto dei colli bolognesi, per altro per il secondo anno consecutivo, lei che è accompagnata da chi quel sentiero lo conosce a occhi chiusi.

Da subito, o almeno da poco dopo, si è sentita nell’aria quella sintonia che sa di buoni incontri.
Che magari non lo si dice ma sembra certo il contatto successivo, forse per una proposta, forse per un’esperienza, forse solo per dissertare di robe importanti come quel primo pomeriggio insieme.


Io, che ho assistito a tutto quell’incontro, sono rimasto affascinato dalla pronta loquacità inglese di Chiara e dalla disponibilità a braccia apertissime di Jean Sebastien.

E sono rimasto col mio sorriso ebete per tutto il tempo.


L’umanità sorprende sempre!


1 commento:

  1. Credo che una delle bellezze della vita stia proprio lì, nella sorpresa. Sorpresa per le piccole cose, sorpresa nel sorprendersi capaci di qualcosa, sorpresa nello scoprire il piacere in qualkosa di inaspettato. C'è tanta bella gente là fuori basta solo esser disposti ad accoglierla...

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