Si
sono incontrati per caso sotto due cedri credo secolari.
In
realtà nei pressi di due cedri credo secolari perché è stato il tavolo picnic
di legno pesante che li ha messi a conoscenza.
Entrambi
per la prima volta su quel picnic. Entrambi ignari di quel cammino.
Le
cortesie da prima buona educazione hanno fatto presto spazio a discorsi appena
un poco più ampi.
Il
loro inglese non di madrelingua era perfetto alle mie orecchie ignoranti.
Si
sono incontrati sul Gennaro, che non è partenopeo come tanti potrebbero pensare
di primo acchito, ma bolognese in quanto monte di un parco regionale emiliano.
Monte nemmeno tanto alto, ma sempre di monte si tratta.
Sul
Gennaro si sono incontrati un poco di Italia che non vuole l’Italia e un po’ di
Lussemburgo che vuole l’Europa se non di più.
L’Italia
che incontra il Lussemburgo sul Gennaro lungo la via per l’Africa non lontano
dall’Abbazia e nemmeno troppo dalla cosiddetta civiltà. Dove l’Africa è una
vecchia zona cortiliva dei colli bolognesi.
Hanno
parlato tanto e bene. E si sono fatti capire tanto e bene.
Hanno considerato
le principali informazioni personali per arrivare presto a parlare dei propri
pensieri, desideri, mortificazioni, aspirazioni, ragionamenti, e poi di
economia, vagamente di politica, di viaggi, di terre da vedere, di città da
conoscere.
Lui
che ha citato la Spagna il Portogallo la Francia la Germania e non mi ricordo
quali altri, lei che ha citato la Nuova Zelanda Berlino New York e non mi
ricordo cos’altro.
Avevano
entrambi lo sguardo oltre.
Lo
sguardo era ampio sul mondo e non limitato alle prime vie.
Lui
che placidamente e apertamente porta la famiglia su un sentiero sconosciuto dei
colli bolognesi, per altro per il secondo anno consecutivo, lei che è
accompagnata da chi quel sentiero lo conosce a occhi chiusi.
Da
subito, o almeno da poco dopo, si è sentita nell’aria quella sintonia che sa di
buoni incontri.
Che
magari non lo si dice ma sembra certo il contatto successivo, forse per una
proposta, forse per un’esperienza, forse solo per dissertare di robe importanti
come quel primo pomeriggio insieme.
Io,
che ho assistito a tutto quell’incontro, sono rimasto affascinato dalla pronta
loquacità inglese di Chiara e dalla disponibilità a braccia apertissime di Jean
Sebastien.
E sono
rimasto col mio sorriso ebete per tutto il tempo.
L’umanità
sorprende sempre!
Credo che una delle bellezze della vita stia proprio lì, nella sorpresa. Sorpresa per le piccole cose, sorpresa nel sorprendersi capaci di qualcosa, sorpresa nello scoprire il piacere in qualkosa di inaspettato. C'è tanta bella gente là fuori basta solo esser disposti ad accoglierla...
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