Lo
ammetto, la cosa un po’ mi ha sorpreso, ma mi ha reso pure felice.
Ho
ricevuto un avviso, un annuncio, e sembrava avesse il sorriso in volto.
Evviva
l’ho trovata!
E ora è
come un diario, un quaderno, come se fosse la stessa persona, perché l’emozione
quando è partecipata unisce, anche se ci sono le distanze di mezzo.
E’
stata una folgorazione.
E’
arrivata così, improvvisamente. Però è arrivata.
Ho
trovato il motivo che mi ha fatto tornare la voglia di ascoltare qualche nota.
Volevo manifestare questa novità, poiché c’era del malumore in giro.
Non
c’è motivo di attendere per spiegare, che so io?, dovrei raccontare del
cantante?, non ho remore, il punto non è quello.
E’ la
molla che è scattata che conta.
Prima
non c’era niente che catturasse l’attenzione. Sembrava tutto uguale piatto e
monotono, poi improvvisamente ho sentito queste note per radio, che hanno
risvegliato il radar e poi ho prestato attenzione al ritornello. E’ un po’
triste, ma pazienza è l’emozione che trasmette che è importante.
Esatto.
E’ l’emozione che conta.
Quando
senti robe dentro, lo si può chiamare radar che si risveglia, quando allunghi
le orecchie per ascoltare e sentire meglio le parole, o i battiti e il ritmo, o
semplicemente un fruscio di sottofondo, è quel momento che conta.
E’ la
molla che scatta, e non la fermi, ed è bello lasciarsi andare a queste robe…
Sono i Placebo
con Too many friends.
Mi ha
attratto il timbro di voce del cantante. L’avevo già sentita, ma l’ho ascoltata
meglio solo dopo qualche giorno. Ero in auto sotto la pioggia.
Poi
ieri l’hanno trasmessa di nuovo di prima mattina e lì ho avuto la folgorazione
definitiva che ha scaturito la curiosità di andare a leggere anche il testo
completo e riascoltarla e riascoltarla e riascoltarla.
Lo so
bene che non è un caso! Lo so bene.
Il
suono del piano che scorre così è di quelli che piacciono tanto, la cadenza
della ripetizione del titolo fa pensare a un testo intenso.
Non è
mai un caso.
Nella
vita non accade mai nulla per caso, è solo il verso in cui prendere le cose che
accadono che non esiste e non è definito a priori, devi arrivare a capirlo tu e
solo tu.
Capita
che a volte non riesci a spiegarti il perché di certi avvenimenti, così li
attribuisci al caso o alla sfortuna o fortuna o ciò che vuoi. Non è nulla di
tutto ciò, ma solo che non sei ancora pronto a capire appieno il significato di
ciò che è accaduto, perché la vita non è una cosa matematica in cui tutto
avviene con il giusto ordine e in logica sequenza.
A
volte l’ordine e il senso si mescolano, per svariate ragioni. Tocca a te
trovare il verso giusto in cui guardarla e poter mettere le cose nel senso che
per te ha una logica.
…più o
meno
Ora,
senza montarsi la testa, credo sia un buon ragionamento, quindi è meglio
condividerlo.
Anche se
è un’emozione tutta personale.
Ora
sarebbe meglio lasciare uno spiraglio aperto, non richiudere nulla, fare
passare altra roba, al massimo quello che entra e non piace e passa e si scorderà,
altrimenti saranno nuove e differenti sensazioni, e saranno appaganti, e
smuoveranno qualcosa dentro e non rimarrai lo stesso che eri prima.
L’ho
ascoltata, meglio, con la meraviglia di altri. Il ritmo è gradevole, il timbro
di voce del cantante è accattivante; il ritornello che cita troppi amici - perché? - e troppa gente e la frase di apertura
inconsueta – il mio computer pensa che io
sia gay, come può?, hanno attratto la mia attenzione
Ho
letto l’inglese, facendo un po’ di fatica, che sono pure pigro… Poi ho letto la
traduzione, un po’ letterale, ma con l’originale al fianco. A grandi linee
l’argomento, e l’opinione dell’argomento, è condiviso.
Se non
ho capito male, è “contro” un certo sistema dei tempi moderni, la troppa elettronica,
i troppi social network che impediscono il contatto umano vero, le troppe
scorciatoie per aver di più senza ottenere nulla di concreto.
Ecco
perché si chiede come fa un pc a capire certe robe.
Ecco
che si lamenta di avere troppi amici, immagino in rete, e si lamenta di non
avere il tempo di incontrare le persone in carne e ossa.
Ecco
che nota come tutti o troppi utilizzano troppo il telefono, dove troppo alla
fine stroppia.
Ecco
perché butta il pc via dalla strada.
Ecco
perché quella strada gli serve per rimanere in movimento.
Questo
vien di getto, e ascoltando male una volta sola, e leggendo peggio nemmeno una
volta.
La condivisione
è gratificante. Pensare alle altre persone riempie.
Anche
se non sembra, ci penso, in tante situazioni, molto più di quel che riesco a
esternare.
Grazie
XX, alla prossima, ben volentieri.
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