Dendermonde
è una cittadina del Belgio nella provincia fiamminga delle Fiandre Orientali.
Per il
resto non so nulla, se non quello che mostra maps:
E
altro, ma è un altro discorso.
Questo.
C’è un asilo.
C’è un
bambino che come me ha acidità di stomaco, in modo particolare col latte.
C’è un
bambino che come me cerca le scuse per non andare a scuola.
C’è
una mamma che come me cerca di fare il suo dovere, senz’altro ingoiando i pianti
e i lamenti.
Luciano
qualche anno fa ce l’ha mandata senza avvertimento, dentro la scatola dove
salutava i suoi mostri, che lo aiutava a spingerli un po’ più in là.
In quel
periodo vivevo un momento particolare, duro e fragile, aperto e contorto, da
prendere con le molle e da prendere tutto in una volta.
Da subito l'ho sentita forte, dentro, sotto pelle, tra lo stomaco e la gola, annodata
ai sentimenti, alle emozioni, a quelle sensazioni irripetibili, pesante e
avvolgente, che non ti lascia stare.
Non c’è
volta quando l’ascolto che non ci siano gli occhi gonfi a fissare un punto
inconsapevole, e la salivazione accresciuta che impedisce il mio canto.
Allora
meglio respirare profondamente, e riprovare un’altra volta.
11.
Quando mi vieni a prendere? (Dendermonde, 23/01/09), Arrivederci, Mostro!, 2010, Ligabue
Finché avranno
ancora legami e radici,
finché non voleranno
da soli del loro volo libero,
io non potrò non
sentirla così.
I nodi ci sono, i
magoni vengono su, gli occhi si gonfiano, e si vede tutto quello che sono.
E non solo tu hai magoni da ingoiare, non solo i grandi intendo, ma anche i piccoli miracoli reagiscono cambiando musica, cambiando canzone, cambiando frequenza con la speranza che il mostro sparisca e che non si ripresenti loro.
RispondiEliminaLo so bene, e lo capisco bene.
RispondiEliminaPerò credo andrebbe affrontato, in qualche modo, che quando lo conosci sai poi come affrontarlo, per la volta successiva.
Ecco perchè mi piacerebbe tanto sentirla live e lasciarmi andare a mostrare quello che capiterà in modo naturale, e chissenefrega se chi sta al mio fianco in quel momento mi vede vulnerabile o fragile.
In fondo sono io anche quello, come scritto sul finale.
Grazie.