martedì 8 ottobre 2013

Carlo viene dalla Siberia

La pubblicazione è del 1979 l’odore della carta ne è la prova più concreta ai miei sensi.
La sfoglio come carte da gioco per odorarne l’interno, come piace a me con i fogli dei libri, e mi arrivano moltitudini di emozioni che mi lasciano prima perplesso, poi affascinato, poi basito, poi felice, poi oltremodo emozionato.
La storia che leggo un poco me l’aspetto, ma mica tanto.
Ignoro come tanti quello che è stata la Siberia degli anni quaranta.
Fredda inospitale dura, eppure umana disponibile liberatoria.
Sono contento che qualcuno abbia trovato la forza, o l’urgenza, o la necessità, di raccontare la propria esperienza e i propri ricordi.
La narrazione sempre equilibrata è ricca di spunti, di andate e ritorni, di alti e bassi, di vitalità e di serietà, vita vera e materiale, umori umani di ogni genere, un punto di vista vario e non solo personale.
Si narrano i fatti, i tempi e le stagioni che passano.
Le forti ed estreme sensazioni dell’inizio portano all’interessamento successivo, e non poteva andarmi diversamente; a un certo punto non potevo esimermi dallo scoprire nuove parole, non potevo non sfogliare la pagina successiva; che non sai mai cosa trovi dopo, ma a quel dopo ci vuoi andare.
Come ci sono riusciti gli eroi, perché tali sono e non dobbiamo scordarlo mai, di andare oltre, di riuscire a tornare, a venire dalla Siberia.

Carlo Silva, Vengo dalla Siberia - diario di prigionia, Ed. Emme-i




Grazie Carlo, davvero, ritengo questo libro molto prezioso.

Sarà mia cura cercarne una copia, giacché quanto nelle mie mani sfortunatamente è solo prestato da chi si è fatto rapire il cuore dal racconto…

Questo libro, ne sono certo, andrebbe letto nelle scuole.

E non solo.

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