giovedì 13 febbraio 2014

Rock In Love e Laura

C’è un sacco di gente! Lei è bellissima!
Sono alla Libreria del Portico alla presentazione del libro.
Sono arrivato un po’ lungo, hanno già cominciato, e sono rapito bene bene dall’incessante incedere delle parole raccontate senza nemmeno prendere il fiato.
E non sta zitta un attimo! Appunto.
E’ travolgente finanche coinvolgente.
Mora, vestita di nero, capello corto lievemente mosso, alcune pitture che sbucano sulla pelle scoperta, sorriso ampio, occhi profondi. I miei complimenti tra me e me.
Sedute sulle sedie della piccola platea sono quasi tutte donne, solo due uomini, forse ad accompagnare una di loro.
Alcune sono parecchie giovani. Una è parecchio anziana e mi domando come mai sia qui.
La libertà è anche questa.
Comincio a prendere appunti come solito, come sempre.
E fatico a starle dietro. Fortuna che ci sono alcuni intermezzi musicali.
Spiega le diversità delle epoche e che le varie storie d’amore sono state documentate in modo diverso a seconda del periodo nel quale hanno preso vita. La grossa differenza sta nelle fotografie a testimoniare quanto negli scritti a raccontare. Quelle più lontane nel tempo hanno più scritti e meno foto, all’opposto quelle più vicine ai duemila. I social network e le possibilità impensabili una cinquantina di anni fa hanno cambiato anche il modo di approcciare certi cronache, di conseguenza anche il suo lavoro di raccolta dati e di documentazione e di ricerca.
Le interessava parlare di un periodo storico, ed io immagino i sessanta e i settanta, quando la vita veniva vissuta in modo molto diverso rispetto agli anni nostri.
Spesso i protagonisti delle storie rock in love sono molto giovanissimi (sì lo so è un errore, qui lo intendo come accrescitivo, (anche questo è un errore?)), ragazze e ragazzi che all’improvviso si trovano ad avere tutto a disposizione, hanno il mondo ai loro piedi, ma pur sempre ventenni o poco di più, quindi si trovano travolti dalle loro stesse vite, seppur vissute in pieno, compreso nei sentimenti e nelle relazioni consumate.
Dopo aver smontato il romanticismo inesistente di Dylan assisto al primo break musicale. Poi smonta Elvis con le sue fragilità e tenerezze. Raccolgo notizie a raffica, non riesco sempre a scrivere, ma questa proprio non voglio scordarla: Marley ha avuto tredici figli con sette donne diverse sposandone una sola, e l’ultimo lo ha avuto da defunto. Mica pugnette! Ora spiega Patty e Because the night di Bruce, struggente!
L’ultima pausa musicale e note stonate, il sax perde colpi, che peccato.

Nel mentre aveva ammesso che lei sceglierebbe e aspetterebbe volentieri Mick, settant’anni portati benissimo.

Saluti, ringraziamenti, buffet che non approfitto, acquisto, dedica, domanda.
Sono contento molto. E le ho portato i miei complimenti.

Rock In Love, di Laura Gramuglia, ed. Arcana, seconda edizione, con sessanta storie.

            Linus, in quarta di copertina dice: “Si può essere felici tantissimo per pochissimo o festeggiare le nozze di diamante. Purchè sia vero amore. Meglio se Rock.”



Dice che lo ha scritto in tre quattro mesi e di corsa chiusa in casa a fare solo quello. La scadenza era ben nota fin dall’inizio, e poco lontana dalla sua proposta di idea, e niente altro, peraltro piaciuta e accettata e avallata subito.

Eccolo il coraggio di credere in se stessi, andare e proporsi convinti, di sé prima di voler convincere gli altri.

Anche le idee, proprie, hanno bisogno di sapere che siamo coraggiosi.  

Ora mi metto a leggere!!!

3 commenti:

  1. É già nella mia libreria personale quella di carta, come previsto, ma ci è arrivato in maniera inaspettata accompagnato da parole forti e coraggiose che non capisco, ma forse non c é nulla da capire, come la musica, quando arriva arriva e ognuno se la fa propria con le sue idee e i suoi tempi. Lo leggerò avidamente come altri e come sempre.

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  2. Grazie di cuore, davvero. Sono stata benissimo ieri sera e ricordo ogni singolo volto e ogni parola scambiata. E quando ne circolano così tante di belle, tocca farne tesoro. Laura

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  3. Cara Laura sono io che ringrazio te, e non hai idea dell'emozione, (o forse sì?), finanche alle mani sudate, che mi ha preso quando ho visto inaspettato il tuo commento, così sentito così vero.
    Non avrei mai pensato a tue parole qui da me. Davvero.
    Il mio sorriso ebete è ancora presente a farmi compagnia, e credo che il sole fuori lo aiuterà a rimane per qualche tempo.
    Nel mentre... cosa?, chi?, dove?, ...grazie, di cuore.

    Sei la benvenuta qui da me nella rete ad ampie maglie...

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