lunedì 10 febbraio 2014

I RIO al VOX di Nonantola


Venerdì scorso sono tornato al Vox. Il locale è quello che è ma non posso e non voglio giudicare poiché non lo frequento molto. Anzi per niente.
Sono solo contento che sia ancora lì aperto a mostrare un lato della nostra società che altrimenti verrebbe soffocato da tutto questo andare per elettronica e rete e robe poco concrete.
Dunque, ogni volta che posso, o che voglio, quando ci sono quei concerti che mi piacciono e che voglio vedere, rifaccio la mia bella coda solitaria nei pressi del muro esterno col mio bel biglietto nel taschino della camicia, e pazientemente con le braccia chiuse al petto per proteggermi dal freddo e dall’umido attendo di entrare per tentare di fare tutto in orario.
Poi, se com’è andata a ste giro l’apertura della serata da parte di Frè Monti comincia solo verso le 22.30 quando nel biglietto dello spettacolo è scritto 22 a me girano un poco le palle.
Ma ero già dentro e non avevo mica voglia di uscire…

Lo spettacolo è stato bello come le altre volte, come a Curtatone o come a Casoni, e come sempre alla fine mi ritrovo a similballare sul posto, con pochi similsalti e con poche mie braccia al cielo.
A differenza di altre volte non c’erano ragazzi del fanclub a sfogare coreografie. Però c’era l’ottimo nuovo chitarrista Gio Stefani e direi che è stato proprio bravo, e magari è pure abbastanza manzo da attirare le attenzioni delle ragazze. Ha eseguito assoli sentiti e ben fatti, da applausi per davvero.

Soprattutto, e ripeto soprattutto, mi è piaciuta l’iniziativa de I Rio di diventare, almeno per una canzone, cinque elementi anziché i soliti quattro. Con l’iniziativa “Diventa il 5° RIO per una sera!” hanno permesso a una ragazza di 16 anni di mettersi alla batteria e picchiare forte e suonare con loro per un intero brano.
E BENE, MOLTO BENE, con tanto di stacco pausa a terminare il ritornello prima della coda finale, e alla fine si è presa i suoi venti secondi di slego suonando l’impossibile con cassa e rullante e timpano e piatti e charleston e tutto quello che c’era a fremere bene per emettere quell’emozione da sfogare bene bene bene.
VERAMENTE COMPLIMENTI. Un’emozione forte. Molto.

Poi, quasi all’improvviso ma nulla mi ha meravigliato, Fabio ha chiesto se poteva interrompere un attimo per tre minuti tre, che chissà cosa siano tre minuti all’interno di un concerto (una canzone, più o meno, pensavo io).
Poi ha presentato a voce alta per zittire alcuni inutili e ignoranti mormorii il sindaco di Bomporto.
E così sono partite altre emozioni, altri tipi di brividi alla schiena. Altri pensieri si sono accartocciati. Altri sguardi sono stati in giro come le chiacchiere di Federico.
E così c’è stato un poco di silenzio.
E così abbiamo ascoltato un’autorità direttamente al pubblico.
E così una persona importante del pubblico ha parlato al popolo.
Un popolo particolare, se vogliamo, ma pur sempre un popolo che si era radunato nella piazza del Vox ad ascoltare musica pop, musica rock, musica popolare, e lui ha parlato rock, per bene, per stare sempre più vicino al popolo, per metterci la faccia, la sua faccia, che ci ha messo tutto il suo coraggio, la sua persona.
Le sue idee e il suo modo, (giusto o sbagliato che pensi), hanno sentito il suo coraggio.
Ed ha parlato bene, checché se ne possa pensare diversamente.

Poi, il giorno dopo, sono stato avvertito di un messaggio, inviato con l’emozione ancora viva, e spero di non fare male o torto riportandola qui.
Che lo faccio perché lo ritengo importante.
Che mi piacciono certe emozioni.
Che sono contento quando le parole e le idee escono dalla mente e girano per il mondo.
Direttamente a Radio Bruno: “Ieri sera grande concerto dei Rio al Vox. Presente anche il sindaco di Bomporto per ricordare che l’Emilia Romagna è una regione italiana, checché ne dica lo Stato. Ditelo! Robbi.”

Poi, ancora, vorrei riportare altre parole, di ieri, trovate sulla pagina F.B. de I Rio. Eccole:
“Rubiera 09/02/2014

Non voglio farla troppo lunga, ma questa ve la voglio raccontare.
Non credevo di poter rivivere emozioni così forti come quando nel 2010 a Cracovia (dopo quattro giorni vissuti tra campi di concentramento e riflessioni, sensazioni e tensioni che si creavano e che si sovrapponevano tagliandoci lo stomaco dall'interno), riuscimmo a fare, forse, il concerto più intenso e rock che i RIO potessero suonare.
Beh, l'altra sera al Vox, mentre Alberto Borghi, il sindaco di Bomporto parlava dell'alluvione, dei ricordi persi sotto al fango, della gente che ha perso il lavoro, dei sogni affogati, a voi, a noi, a tutti i presenti al concerto, ho provato di nuovo quelle emozioni, un misto di commozione e orgoglio....
Commozione, perché, le sue parole, erano vere, oneste, completamente nude lì sul palco, in un contesto che non riguardava nulla di politico, spogliate di qualsiasi filtro la mente umana potesse erigere per vendere un qualsiasi genere di discorso preconfezionato.
Parole dense.
Orgoglio perché tutto il vostro calore, il vostro affetto ha avvolto, sconvolto, scaravoltato Alberto, me, i ragazzi e tutto lo staff!
Avete scosso le mura del Vox!
Ci avete fatto sentire che l'Emilia non è solo un pezzo di terra dai confini segnalati da lineette tratteggiate su google maps, ma una regione che ha un cuore immenso e una grande forza per risollevarsi sempre e comunque!
Ecco...questo ve lo dovevo dire.

Aggiungo un ultima cosa ringraziandovi immensamente, per quello che ci regalate ogni volta.

Vorrei ricordare un uomo, un uomo che ha perso la vita a bordo del suo gommone mentre prestava aiuto alle persone rimaste isolate dalla esondazione del Secchia!

Giuseppe "Oberdan" Salvioli.

Perché se l'Italia dimentica una parte di sé, gli Emiliani non ripetano lo stesso errore!

Fabio e i RIO”



Bel concerto, DAVVERO, sono stato contento di avere avuto quella compagnia.
Spero non sia finita qui.

1 commento:

  1. I Rio sono bravi ragazzi e soprattutto sono molto attenti al mondo in cui viviamo per poter dare ai nostri figli un futuro ambientale migliore.
    Il sindaco di Bomporto, Alberto Borghi, è dovuto crescere in fretta, affrontando una catastrofe naturale che non era alla sua portata, anzi non era alla portata di nessun essere umano, dopo che era accaduta....prima forse sì.....ma tant'è....

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