venerdì 28 giugno 2013

Chiara e la seconda vita di Giada

Chiara è una ragazza, mi permetto di parlarne così, che ha gli occhi che parlano. Molto.
Per giovedì 20 giugno la Nuova Libreria del Portico di Crevalcore aveva organizzato la presentazione del suo libro, il cui titolo aveva da subito rapito la mia immaginazione.
Ho voluto assistere, prima volta per me in una roba così, e sinceramente non sapevo a cosa sarei andato incontro. Ero un poco titubante, ma alla fine mi sono esposto e mi sono seduto in fondo, sull’ultima sedia dell’arco.
Io e il mio quaderno siamo stati pazienti in attesa dell’inizio di una scoperta.
Nonostante i pochi astanti, o forse grazie a loro, con un po’ di ritardo alla fine è iniziato l’incontro.
E mi sono emozionato addosso. Molto.
Il moderatore, anche se non del mestiere, ha fatto bene il suo mestiere.
E lei, Chiara, ha parlato puntuale, aprendosi nelle spiegazioni, comunicando con gesti eloquenti e sguardi profondi, riflessivi, suoi.
Nel mentre, qualche appunto: “Mi sono seduto. Ora vedremo come andrà… un’altra nuova esperienza. L’attesa si prolunga, le sedie sulla via sono praticamente vuote, pare che di “estranei” siamo solo in due, le persone che hanno organizzato non sembrano entusiaste. L’autrice pare simpatica, a sentirla parlare con le altre persone. E’ bella. Rossa, e per quel che serve, (niente!), piena. La musica ad accompagnare non è un gran che, ma io non me ne intendo, quindi non posso giudicare, ma soprattutto, come sempre, non voglio. Mi è appena stato intimato di non comprarlo, ma io titubo col dubbio per la firma e la dedica, e non capisco perché. Ecco… due parole per l’etere… Ora cominciano... Non mi si può fare mai una sorpresa!” – mi segno alcuni punti interrogativi, chissà mai, alcuni sono risolti nel mentre – “Un’esperienza del genere l’ha vissuta per davvero (nel campo di aiuto alla zona terremotata). Mi sono emozionato! Modi e pensieri che tornano potenti…” – “La ricerca, la curiosità, l’aiuto. E’ stato sollevato il concetto del non perdere tempo, della riflessione nella parola da dire, foss’anche solo un ciao”.
“Mi sembra di ascoltarmi allo specchio!”
Poi sembra terminare. Io ho ascoltato appeso alle parole lette e raccontate e commentate.
Alla fine seppur timido come sono ho pure posto una domanda. E mi sono mostrato.
Alla scrittrice e non all’autrice, più o meno… quanto e come ti sei emozionata a sentir leggere i brani del libro?, sai spesso guardavo te mentre ascoltavi, e comunicavi silenziosa…
Ed è stato un piacere rimanere in ascolto della risposta, tanto che tutto è finito davvero ma non il nostro scambio d’idee e opinioni, io ascoltavo e lei era un fiume in piena.
Che se non fosse stato non so che, forse sarebbe durata tutta sera la nostra chiacchierata, chissà.
Tra le altre, mi ha spronato a continuare convinto di quello che penso o scrivo, di provarci sempre ogni giorno, di non perdere tempo in troppe riflessioni, e continuare la mia strada. O qualcosa del genere.

Beh, come promesso, appena possibile ho aperto il libro, ponendo in pausa quello che sto leggendo, ed ho cominciato a leggere Due vite per Giada, di Chiara Rustichelli, ed. Boopen.
Come previsto, come immaginavo, letto in due giorni, e non è da me.
Sì ok ho avuto del tempo. Ma passare la notte a letto a rigirarsi tra le lenzuola col libro in mano fino oltre le due non è da tutte le sere, almeno per me.
Sì ok avevo un sacco di aspettative… l’incontro alla presentazione, le parole ascoltate, i brividi di quella sera, hanno avuto il loro peso. E immaginare Giada come l’ho pensata quella sera, ha avuto quel non so che di stimolo.
Mi è piaciuto. Molto.
Ho letto aspetti di una tragedia che non mi appartenevano, che non immaginavo, oppure che non volevo pensare. I ricordi dello scorso anno sono ancora lì e mai se ne andranno. Ho letto modi di riflettere e di porsi domande che mi appartengono. Ho ritrovato l’approcciare le persone per quello che appaiono e non per quello che sono per poi scoprirne lati nascostissimi. Ho immaginato i visi degli autori di certi messaggi. E ho stridula la vocina di certe persone ficcata nelle orecchie. E ho rivisto me, per certi versi, che allo specchio racconta di sé.

Ciao Chiara, grazie per esserti esposta per quella che sei, è un piacere raccoglierti.
E, sì lo consiglierò, ma i libri che mi piacciono preferisco regalarli…

Cito, pagina 78:
            La felicità sta nella follia che ogni giorno mettiamo contro un destino segnato.




Chiara la troviamo qui Chiara Rustichelli

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