Chiara è una ragazza, mi permetto di parlarne
così, che ha gli occhi che parlano. Molto.
Per giovedì 20 giugno la Nuova Libreria del
Portico di Crevalcore aveva organizzato la presentazione del suo libro, il cui
titolo aveva da subito rapito la mia immaginazione.
Ho voluto assistere, prima volta per me in
una roba così, e sinceramente non sapevo a cosa sarei andato incontro. Ero un
poco titubante, ma alla fine mi sono esposto e mi sono seduto in fondo, sull’ultima
sedia dell’arco.
Io e il mio quaderno siamo stati pazienti in
attesa dell’inizio di una scoperta.
Nonostante i pochi astanti, o forse grazie a
loro, con un po’ di ritardo alla fine è iniziato l’incontro.
E mi sono emozionato addosso. Molto.
Il moderatore, anche se non del mestiere, ha
fatto bene il suo mestiere.
E lei, Chiara, ha parlato puntuale,
aprendosi nelle spiegazioni, comunicando con gesti eloquenti e sguardi profondi,
riflessivi, suoi.
Nel mentre, qualche appunto: “Mi sono
seduto. Ora vedremo come andrà… un’altra nuova esperienza. L’attesa si
prolunga, le sedie sulla via sono praticamente vuote, pare che di “estranei”
siamo solo in due, le persone che hanno organizzato non sembrano entusiaste. L’autrice
pare simpatica, a sentirla parlare con le altre persone. E’ bella. Rossa, e per
quel che serve, (niente!), piena. La musica ad accompagnare non è un gran che,
ma io non me ne intendo, quindi non posso giudicare, ma soprattutto, come
sempre, non voglio. Mi è appena stato intimato di non comprarlo, ma io titubo col
dubbio per la firma e la dedica, e non capisco perché. Ecco… due parole per l’etere…
Ora cominciano... Non mi si può fare mai una sorpresa!” – mi segno alcuni punti
interrogativi, chissà mai, alcuni sono risolti nel mentre – “Un’esperienza del
genere l’ha vissuta per davvero (nel campo di aiuto alla zona terremotata). Mi sono
emozionato! Modi e pensieri che tornano potenti…” – “La ricerca, la curiosità,
l’aiuto. E’ stato sollevato il concetto del non perdere tempo, della
riflessione nella parola da dire, foss’anche solo un ciao”.
“Mi sembra di ascoltarmi allo specchio!”
Poi sembra terminare. Io ho ascoltato appeso
alle parole lette e raccontate e commentate.
Alla fine seppur timido come sono ho pure
posto una domanda. E mi sono mostrato.
Alla scrittrice e non all’autrice, più o
meno… quanto e come ti sei emozionata a sentir leggere i brani del libro?, sai
spesso guardavo te mentre ascoltavi, e comunicavi silenziosa…
Ed è stato un piacere rimanere in ascolto
della risposta, tanto che tutto è finito davvero ma non il nostro scambio d’idee
e opinioni, io ascoltavo e lei era un fiume in piena.
Che se non fosse stato non so che, forse
sarebbe durata tutta sera la nostra chiacchierata, chissà.
Tra le altre, mi ha spronato a continuare
convinto di quello che penso o scrivo, di provarci sempre ogni giorno, di non
perdere tempo in troppe riflessioni, e continuare la mia strada. O qualcosa del
genere.
Beh, come promesso, appena possibile ho
aperto il libro, ponendo in pausa quello che sto leggendo, ed ho cominciato a
leggere Due vite per Giada, di Chiara Rustichelli, ed. Boopen.
Come previsto, come immaginavo, letto in due
giorni, e non è da me.
Sì ok ho avuto del tempo. Ma passare la
notte a letto a rigirarsi tra le lenzuola col libro in mano fino oltre le due
non è da tutte le sere, almeno per me.
Sì ok avevo un sacco di aspettative… l’incontro
alla presentazione, le parole ascoltate, i brividi di quella sera, hanno avuto
il loro peso. E immaginare Giada come l’ho pensata quella sera, ha avuto quel
non so che di stimolo.
Mi è piaciuto. Molto.
Ho letto aspetti di una tragedia che non mi
appartenevano, che non immaginavo, oppure che non volevo pensare. I ricordi
dello scorso anno sono ancora lì e mai se ne andranno. Ho letto modi di
riflettere e di porsi domande che mi appartengono. Ho ritrovato l’approcciare
le persone per quello che appaiono e non per quello che sono per poi scoprirne
lati nascostissimi. Ho immaginato i visi degli autori di certi messaggi. E ho
stridula la vocina di certe persone ficcata nelle orecchie. E ho rivisto me,
per certi versi, che allo specchio racconta di sé.
Ciao Chiara, grazie per esserti esposta per
quella che sei, è un piacere raccoglierti.
E, sì lo consiglierò, ma i libri che mi
piacciono preferisco regalarli…
Cito, pagina 78:
La felicità sta nella follia che
ogni giorno mettiamo contro un destino segnato.
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