lunedì 3 dicembre 2012

Buon Compleanno, Ste!


L’idea era nata balzana all’invito “Ti va una fagiolata?”.
Seguita prontamente da un “Sì, però poi io dopocena voglio le patatine fritte quelle dentro il sacco grande”.
Dunque per dopo cena era previsto il divano sotto al culo e il dvd del primo Trinità alla tv.
Seguito poi da una proposta da ragazzini “Poi puoi dormire da me, se vuoi, così non guidi e non si rischiano ancora i punti e le multe e i pericoli e le condanne e”
Conclusione degli accordi di massima, immediati, “Ci sto, allora porto due bocce di bianco e una di rosso, tanto poi nessuno deve guidare”.
E la serata è proprio servita, è bastato solo che arrivasse il giorno, venerdì, accordato.
E pensare, solo il giorno prima, che il giorno dopo, sabato, sarebbe stato il suo compleanno.
Quale occasione migliore per sorprenderlo?
(ndr: proprio come piace fare a me; non dire mai niente a nessuno e presentare una roba nel tentativo di sorprendere positivamente una persona cara)
Perciò, da bravo oste, a parte il vino come premesso, mi sono indaffarato ai fornelli, come piace fare a me, anche stavolta.
I miei fagioli, dicono all’uccellina o uccelletta o ma io li chiamo i miei fagioli borlotti, trattati con olio aglio prezzemolo fine dado passato di pomodoro acqua, e cucchiaio di legno moderato ma mai assente (i miei fagioli sono coccolati), sono stati preparati come non mai, peraltro lasciandoli leggermente più “diluiti” così da costringere gli avventori all’utilizzo di pane da scarpetta. Checchesenedica!
Il caso, (?ma non esiste il caso in certe robe?), ha fatto si che fossero mescolati a piccoli dadini di salsiccia cotta bene e a piccoli tocchi di pollo allo spiedo (giusto per non sprecare nulla in frigo).
Poi, chi meglio di un amico poteva fare da cavia alla prima cottura di un cibo?
Ecco che, come ascoltato recentemente, il piatto è stato completato dallo spiedo di filetto di suino con pancetta come sciarpa e cipolla come coperta.


Non c’è che dire, s’è passata una bella serata, fatta di vino, bianco per lui rosso per me, e di buon mangiare. Dopo di schifezze fritte e frutta secca mista salata. Niente acqua. Tante parole, buoni pensieri. Un po’ di allegria e un po’ di ubriachezza. Vecchie risate al “Ehi elegantone?”, “Dice a lei senor…”, “Era dai tempi dell’esondazione del Pecos… è l’ultimo pezzo di sapone…”, e così via.
A mezzanotte e cinque la sveglia è suonata.
E la serata si è conclusa nel migliore dei modi.



Peccato solo che lui sia del 1963, ed io ero ubriaco di pensieri già da qualche giorno.
Ma pazienza e chissenefrega, in fondo non si dice che è il pensiero che conta?

Ciao Ste, sono stato bene, davvero. Grazie. 

(vorrei ringraziare I S per l'idea delle immagini e del mostrarsi al mondo)

2 commenti:

  1. Ciao!!!
    Sì, l'immagine è a corollario della parola, abitua l'occhio a vedere negli altri, nel loro quotidiano!
    Sono bellissime immagini, per la "carica" (anche calorica!) di memoria, tradizione, famiglia, o almeno il concetto che passa anche attraverso il cibo!
    Buon compleanno al non cinquantenne, che è solo pochi mesi più giovane di mio figlio!!!

    il sole ci sta gratificando, e oltre ad esso il biancore della neve ci illumina le stanze!!!

    Buona domenica...

    i s

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  2. Spero di averti strappato un sorriso.
    Noi si è stati bene.
    Grazie!

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