Ipotizziamo
che vostro figlio abbia otto anni. Ipotizziamo che frequenti la terza classe
di quelle scuole che erano le elementari.
Ipotizziamo che in classe siano in
venti, giusto per fare un numero pari e meno difficile da gestire.
Ipotizziamo
che almeno due maestre seguano la loro istruzione, ma anche che tra l’ora di
religione e alcuni sostegni e alcune compresenze potrebbero essere di più le
maestre che frequentano l’aula, quindi si possa considerare una media di quattro.
E fanno già ventiquattro.
Ipotizziamo che per ogni bimbo appartenente alla
classe possano assistere entrambi i genitori, ma che è possibile raramente quest’opzione
dunque si possa considerare più veritiera la partecipazione di un genitore e
mezzo per ogni bimbo, cioè a bimbi alterni possano essere presenti uno o due
genitori. E fanno trenta adulti. E con la classe sommano cinquantaquattro persone.
Però la recita di quindici minuti quindici ha per argomento il Natale, quindi è
usanza mal celata presentarsi supermegacurati e soprattutto la teoria dei
genitori va a farsi friggere quindi i genitori ci sono tutti, dunque sono da
aggiungere dieci adulti.
Totale sessantaquattro persone. Tutte dentro la
classe. Sessantaquattro mine vaganti dove venti sono trottole impazzite dalle
gote rosse e sorrisi smaglianti anche se un poco bucati. Sessantaquattro
persone in circa venti metri quadri.
Mi sembrano abbastanza. Mi sembrano tanti.
Mi sembrano troppi. Mi sembrano veramente troppo troppi.
Allora
qualcuno me lo spiega perché qualcuno ha pensato bene di presentarsi con anche
i nonni?
E non solo i nonni di una parte ma anche i nonni di entrambe le parti.
E’ possibile?
Qualcuno lo sa il perché?
E perché io non capisco certi perché?
Comunque
alla fine la cosa importante si è avverata, i bambini sono stati bene, sono
stati bravi, si sono divertiti, hanno avuto un dono, hanno sorriso, hanno
abbracciato, ed hanno emozionato le anime adulte perdute nel mondo degli
adulti. Quasi.
Bene,
ora, buone feste recite a scuola a tutti. Prima o poi la smetteranno.
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