giovedì 20 dicembre 2012

Ma che feste!


Ipotizziamo che vostro figlio abbia otto anni. Ipotizziamo che frequenti la terza classe di quelle scuole che erano le elementari. 
Ipotizziamo che in classe siano in venti, giusto per fare un numero pari e meno difficile da gestire. 
Ipotizziamo che almeno due maestre seguano la loro istruzione, ma anche che tra l’ora di religione e alcuni sostegni e alcune compresenze potrebbero essere di più le maestre che frequentano l’aula, quindi si possa considerare una media di quattro. E fanno già ventiquattro. 
Ipotizziamo che per ogni bimbo appartenente alla classe possano assistere entrambi i genitori, ma che è possibile raramente quest’opzione dunque si possa considerare più veritiera la partecipazione di un genitore e mezzo per ogni bimbo, cioè a bimbi alterni possano essere presenti uno o due genitori. E fanno trenta adulti. E con la classe sommano cinquantaquattro persone. 
Però la recita di quindici minuti quindici ha per argomento il Natale, quindi è usanza mal celata presentarsi supermegacurati e soprattutto la teoria dei genitori va a farsi friggere quindi i genitori ci sono tutti, dunque sono da aggiungere dieci adulti. 
Totale sessantaquattro persone. Tutte dentro la classe. Sessantaquattro mine vaganti dove venti sono trottole impazzite dalle gote rosse e sorrisi smaglianti anche se un poco bucati. Sessantaquattro persone in circa venti metri quadri.
Mi sembrano abbastanza. Mi sembrano tanti. Mi sembrano troppi. Mi sembrano veramente troppo troppi.
Allora qualcuno me lo spiega perché qualcuno ha pensato bene di presentarsi con anche i nonni? 
E non solo i nonni di una parte ma anche i nonni di entrambe le parti. E’ possibile? 
Qualcuno lo sa il perché? 
E perché io non capisco certi perché?

Comunque alla fine la cosa importante si è avverata, i bambini sono stati bene, sono stati bravi, si sono divertiti, hanno avuto un dono, hanno sorriso, hanno abbracciato, ed hanno emozionato le anime adulte perdute nel mondo degli adulti. Quasi.

Bene, ora, buone feste recite a scuola a tutti. Prima o poi la smetteranno.

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