Lo
dicono spesso.
Si
vede in faccia quello che provi.
Lo
dicono spesso che a volte sarebbe meglio guardare per terra.
Si
vede dagli occhi quello che pensi. Se pensi. E come pensi.
Lo dicono
spesso, sarà che ti conoscono.
Si vede
come ti muovi. Si vede come cammini.
Lo dicono
spesso che quando parli, quel po’ che parli, esce anche quello che non dici.
Si vede
da lontano, che dipende dal come lo dici.
Oggi va
così.
Vieni a
sapere una roba che ti tocca, che era una di quelle che tieni lì nel tuo
posticino.
Vieni a
sapere una roba che non ci puoi fare niente, ma ti entra dentro.
E non
ci puoi fare niente.
Oggi va
così. Almeno per ora.
Poi non
si può sapere.
Poi arriva
una di quelle foto che tu generalmente fai da solo anche senza fotocamera.
E rimani
un po’ a bocca aperta.
E allora
non è proprio mica un caso.
Ci sono
nuvole in cielo ad attendere.
Che qualcosa
dietro sembra ci sia per davvero.
Ciao Giorgio.
E ora
silenzio, almeno per un attimo.
Ci sono
nuvole in cielo il quattro di luglio…
Concordo con te, non si comunica solo a parole dette o non dette ma anche con la mimica facciale, la gestualità delle mani e con gli occhi che spesso non nascondono i pensieri.
RispondiEliminaScrivere è importante, di recente ho sentito dire che è una buona cura, ma parlare, esprimersi ed interagire lo è molto di più.
Non sempre ci si riesce o si vuole, è più facile nascondersi dietro il tratto di una penna, perché nessuno può interromperci e soprattutto tutto quello che è scritto rimane per sempre, e ce lo portiamo via con noi.
Giorgio l'ha fatto da sempre e ci ha lasciato testi di canzoni e parole scritte a testimoniare il suo passaggio tra noi...ed ora è giunto il loro momento anche per me.