venerdì 4 luglio 2014

Nuvole il quattro di luglio

Lo dicono spesso.
Si vede in faccia quello che provi.
Lo dicono spesso che a volte sarebbe meglio guardare per terra.
Si vede dagli occhi quello che pensi. Se pensi. E come pensi.
Lo dicono spesso, sarà che ti conoscono.
Si vede come ti muovi. Si vede come cammini.
Lo dicono spesso che quando parli, quel po’ che parli, esce anche quello che non dici.
Si vede da lontano, che dipende dal come lo dici.
Oggi va così.
Vieni a sapere una roba che ti tocca, che era una di quelle che tieni lì nel tuo posticino.
Vieni a sapere una roba che non ci puoi fare niente, ma ti entra dentro.
E non ci puoi fare niente.
Oggi va così. Almeno per ora.
Poi non si può sapere.

Poi arriva una di quelle foto che tu generalmente fai da solo anche senza fotocamera.
E rimani un po’ a bocca aperta.
E allora non è proprio mica un caso.

Ci sono nuvole in cielo ad attendere.
Che qualcosa dietro sembra ci sia per davvero.

Ciao Giorgio.

E ora silenzio, almeno per un attimo.

Ci sono nuvole in cielo il quattro di luglio…



1 commento:

  1. Concordo con te, non si comunica solo a parole dette o non dette ma anche con la mimica facciale, la gestualità delle mani e con gli occhi che spesso non nascondono i pensieri.
    Scrivere è importante, di recente ho sentito dire che è una buona cura, ma parlare, esprimersi ed interagire lo è molto di più.
    Non sempre ci si riesce o si vuole, è più facile nascondersi dietro il tratto di una penna, perché nessuno può interromperci e soprattutto tutto quello che è scritto rimane per sempre, e ce lo portiamo via con noi.
    Giorgio l'ha fatto da sempre e ci ha lasciato testi di canzoni e parole scritte a testimoniare il suo passaggio tra noi...ed ora è giunto il loro momento anche per me.

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