Ho sempre
sognato di andare là in quel giorno che è già passato.
Arrivare
là e fare come nella sigla.
Nel sogno,
sapendo bene solo sogno, si arrivava all’aeroporto e dopo il candido atterraggio
si saliva sulla Ferrari rossa fiammante, io alla guida e lei sicura al mio
fianco, partenza quasi in sgommata su folta coltre di foglie gialle sull’asfalto
cosicché fossero sollevate all’aria dietro di noi che si stava partendo per la
nostra vita insieme.
Nulla di
tutto ciò è accaduto. Nulla di tutto ciò ho provato a fare.
Quindi,
non c’è proprio niente da lamentarsi.
Qui non
ci si lamenta, ma si ricorda un sogno in quanto tale.
L’ispirazione
dal telefilm entrato dentro per tanti aspetti, come per altri aspetti rimasto
molto fuori.
Ci
sono chicche che quel telefilm ha incastonato in posti incredibili, si sono ficcate
lì finanche nei modi di fare agire o pensare.
O rispondere.
Sì,
sì, qui.
Brevi.
Secche. Precise.
Proprio
come poteva capitare in quel telefilm.
Di recente
ho risposto così.
Credo che
lo farò ancora.
Ci sono
domande che necessitano risposte.
A voce.
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