Prima
di tutto vorrei permettermi di rubare, tra virgolette, parole e un modo di dire
non mio, ma rispettosamente userò così: la Lisi l’è nà ganza! E vuole essere un
complimento. Molto. E forte.
E’
ganza perché ha due palle così, e anche questo checchesenedica E’ un
complimento.
Poi torno
un attimo in me e segnalo che tutto era cominciato il 31 marzo scorso, per me,
e in questo modo:
Infine,
ma non per ultimo, c’è la lettura.
Sì perché
alla fine i libri vanno letti.
Inutile
farseli consigliare, guardarne le copertine, leggerne le terze o le quarte,
comprarli anche per lasciarli sullo scaffale a invecchiare, i libri vanno
letti. Punto.
Io l’ho
letto. Piano piano a modo mio. E ogni tanto ho avuto la necessità di lasciarlo
lì, a decantare.
Giusto
per respirare un po’.
Io,
che qui sono solo un lettore.
Io,
che in quella notte in riviera e nelle marche mi sono ritrovato catapultato.
Io,
che quelle arie pesanti le ho come respirate.
Io, che
ho avuto proprio l’impressione di esser lì in quei momenti.
Io,
che mi sono ritrovato sudato di sport.
Io,
che ho avuto le palpitazioni timide dell’amore.
Io,
che nell’amore per sempre ci avevo creduto.
Io,
che gli sguardi mi piacciono per davvero.
Io,
che con un abbraccio si racconta un sacco di roba.
Io,
che non è facile per niente dopo.
Io,
che nel mio piccolo, molto, molto, molto, molto, molto piccolo, mi ci sono
ritrovato.
Io,
che ci sono loro da crescere al meglio. E loro non hanno bisogno, adesso, del
mio dolore.
Io,
che non glielo voglio mica nascondere quel dolore, che sono pronto alla
spiegazione.
L’ho letto
tutto addosso. Per la mia parte l’ho sentito mio.
Ma non
è mio. E’ suo. E’ della Lisi. Anzi, è loro.
E ora
capisco cosa vuol dire per lei, per loro, andare in giro a parlarne.
Perché
non è un caso nulla. C’è sempre un perché.
E un
motivo ci sarà.
Quello
che è raccontato un queste pagine è vita.
Non siano
delusi quelli che cercano ansie e parti oscure.
Certo,
mica tutto è rose e fiori, ci sono anche gli ostacoli da affrontare e non solo
superare.
Ma
tutto è per guardare al meglio, per cercare il sorriso anche nelle pagine più
tristi, perché c’è sempre e comunque un domani, che il passato è passato e non
lo puoi cambiare mica.
La sincerità
con la quale è esposta la vita in queste pagine è emblematica.
Si sente
la vulnerabilità della vita scritta così, ma è vera perciò sincera.
Federica
si firma Bovolenta, e fa bene. Ed è per sempre.
Grazie
Fede, o grazie Lisi, se si può.
Ciao
Federica Lisi Bovolenta, ribadisco spero di rivederti presto.
E di
salutarti.
Che dire, non resta che acquistarlo, leggerlo, assorbirlo, elaborarlo, sentirlo...proprio come ha fatto Federica scrivendolo e tu leggendolo. Le sensazioni che susciterà sono quasi scontate, anche solo leggendo queste... più di tre righe... scritte con tanta emozione che trasuda ad ogni puntoacapoletteramaiuscola. Quindi non mancherò di certo.....
RispondiEliminaE probabilemente ci sarà la conferma che, nonostante tutto, far bene al mondo fa bene al mondo.
RispondiElimina(ricordarsiclinexaportatadilibro)