Qualche
anno fa la radio mi permise di ascoltarne la voce durante i suoi dibattiti con
la pancia col cuore e la testa col cervello.
Innamorato.
Molto.
Almeno
della voce.
Poi
pian piano anche un po’ del resto. E che resto.
Purtroppo
però, come tante volte, le questioni belle durano poco, gli impegni non mi
permisero di seguirla ascoltarla scrutarla come avrei voluto.
Poi,
l’occasione fa l’uomo ladro, le sue parole nelle luci degli altri furono donate
a una persona che non fu condotta a buone opinioni.
Io
rimasi sulle mie, in attesa che il caso, o altro giacché questo non esiste, mi
portasse di nuovo dalle sue parti.
Oggi
posso essere contento di avere letto qualcosa di Chiara.
La mia
opinione di lei non può che essere migliorata, ancor più.
In
ogni giorno del mese raccontato c’è almeno una frase da sottolineare perché
vera perché sulla pelle.
In
ogni giorno del mese ci sono sospiri, di riflessione o di allegria.
In
ogni giorno ci sono quelle occasioni che passano davanti a noi ignari e
distratti dalle cose della nostra vita.
In
ogni giorno del mese raccontato c’è quel po’ di sana follia che permette di
prendere la vita sul serio ma non troppo.
Sono
rimasto ammaliato dal racconto di questo mese vissuto appieno e svoltato dai
dieci minuti.
Senza
parole.
Anzi
con tante mi sa troppe parole. Tante da faticare a metterle in ordine. E allora
tanto vale lasciarle andare e arrivare come vogliono loro.
Ci
sono episodi anche solo di qualche riga che sono potenti come schiaffi a
svegliarti, o spintoni a gettarti di sotto. Ma ci sono anche episodi o piccole
virgole che ti fanno rialzare lo sguardo verso avanti e ti tengono la schiena
dritta.
Giusto
per citarne uno, malamente e vagamente, l’episodio del confronto con la madre è
da strappare il cuore e risistemarlo solo dopo, dopo, molto dopo, con le
cuciture i cerotti, e antibiotici e riabilitazione.
La mia
opinione?, viene raccontato ed esposto come un gioco, ed è narrativamente
parlando corretto, ma nella realtà dei lettori (?) non è un gioco vivere
appieno tutti i dieci di cui si dispone, è vivere al meglio, niente di più, con
lo sguardo aperto, oltre, con le braccia a raccogliere tutto quello che c’è.
Presto
lo rileggerò, con la matita in mano come mi piace fare, e sono certo che farò
mie ancora di più le parole di Chiara, sia la protagonista che l’autrice.
Per dieci minuti, di Chiara Gamberale, ed.
Feltrinelli
Ne
avevo sentito parlare bene, e letto in rete alcuni commenti positivi.
Io
curioso non ho lasciato andare l’occasione.
Si
vede che oggi era il tempo per i miei dieci minuti.
E mi
sono serviti. E mi serviranno.
Grazie
Chiara. Davvero.
Alla
prossima. Spero.
Chiara, che ho avuto il piacere prima di leggere, poi di conoscere è davvero la personificazione del viver bene con se stessi. Tribolata anche lei come tanti ha saputo affrontare e mettere a nudo le sue ansie in un romanzo quasi autobiografico dove racconta che la paure, una volta affrontate, non sono più tali e allora si può vivere e non solo esistere.
RispondiEliminaLe paure, forse, esistono perchè esistono gli schemi che ci hanno inculcato coi libretti di istruzione, o che ci siamo costruiti con le esperienze. Quegli schemi, proprio perchè tali, vanno presi "nè poco nè troppo sul serio".
RispondiEliminaCome il vento si muovono, e noi non possiamo stare fermi.