domenica 16 marzo 2014

Matteo, un trofeo, un racconto, la famiglia, un cerchio

Ci sono robe che ti capitano addosso e non le puoi evitare. E ci sono robe che ti capitano addosso e non le capisci mai. Poi ci sono robe che ti capitano addosso e non le puoi evitare e non le capisci se non col passare del tempo, delle esperienze, dei pensieri, delle idee, delle cose che accadono attorno, dei sogni, del caso che non esiste e dei cerchi che si chiudono.
Matteo era un ragazzo per bene, correva forte e ci provava sempre, e se n’è andato in moto quando aveva ventisei anni.
Il trofeo che ora è solo in foto non è più al suo posto, cioè ora è davvero nel posto giusto, almeno per me.
C’è un racconto che parla di lui, e di come a volte una lettera ti fa capire qualcosa.
La sua famiglia che conosco poco, che non conosco proprio, che conosco solo Giorgio, che so dove posso trovare.
C’è un cerchio che da quel giorno del duemilauno quanto tanto è cominciato e tutto è capitato addosso e attorno è rimasto lì aperto nel ricordo e altrove.
E’ andata come m’ideavo, è andata che sono stato coi miracoli, è andata che ho trovato Giorgio a casa sua, è andata che ci siamo salutati e abbracciati calorosamente, è andata che ho consegnato un pacco, è andata che ho tolto le parole all’emozione, è andata che nel pacco erano il trofeo e il racconto e una lettera, è andata che non ho spiegato molto praticamente niente, è andata che saranno le cose che capitano addosso e non puoi evitare che spiegheranno tutto. O almeno in parte.
E’ andata che si è chiuso il cerchio. Credo.

Poi, rientrato dalle emozioni, mi hanno scritto che
“il cerchio è chiuso, quello che c’è dentro rimarrà sempre aperto. E hai fatto tutto questo in modo spettacolare”.
Ed io ho risposto semplicemente “grazie”.

E ora giro un’altra pagina. Quasi.


1 commento:

  1. Il tuo sogno ha sentito il tuo coraggio e si è avverato, proprio come sostiene un davvero bravo.
    Sei riuscito a prendere in mano la vita di chi è stato meno fortunato di te e a far sì che il suo ricordo possa sopravvivere al tempo, perché le parole scritte, rimarranno lì per sempre!
    Credo che i fortunati siano almeno due, che hanno avuto l'opportunità di camminare fianco a fianco sulla stessa strada.

    RispondiElimina