mercoledì 24 aprile 2013

Quella parte di francesi


Premetto che non mi sono informato bene, ma ho solo ascoltato la radio durante un collegamento da Parigi durante il quale veniva spiegato con linguaggio a me abbastanza comprensibile l’accaduto di ieri.
Bene, oltralpe hanno votato una legge che disciplina gestisce, dà diritti, e doveri, alle coppie omosessuali.
Cavolo si possono sposare! E possono adottare!
E mi sembra un bellissimo passo.
Tanto che è proprio vero, i cambiamenti, i viaggi, il crescere e maturare, si fanno con i piccoli passi, cominciando sempre da uno.
E quella parte di francesi ha deciso che era ora si facesse questo passo.
E sono contento. Per loro.
Dal collegamento radiofonico emergevano contestazioni di piazza, pare anche in Italia credo a Roma ci fosse qualcuno a brontolare di questo passo francese.
Contestazioni? E perché mai? Cosa ci sarà mai da obiettare per una roba così?
Coooome? Non è naturale la coppia composta dallo stesso sesso?
E chi l'ha detto? La natura? O le nostre abitudini arginate da falsi dogmi e pregiudizi?
La natura quando parla non sbaglia. E se parla e spiega che è possibile innamorarsi tra uomini o donne, dove sarà mai la roba contro natura?
Se viene naturale e non imposto, amare e cercare il partner nello stesso genere proprio, dov’è che si va contro e cos’è che turba?
Ah, forse che sia la libertà.
Cavolo così votando quella parte di francesi ha dato libertà di vivere nella legalità a una buona parte della popolazione. Cavolo questa è democrazia. E così la compagna, o il compagno, potrà adottare la prole della compagna, o del compagno. Cavolo quindi davanti alla legge, LA PROLE, non avrà più solo una persona a firmare per se fino alla maggiore età.

Ecco, mi piacerebbe tanto che anche i miei amici italiani, le mie amiche italiane, potessero avere la possibilità di vivere nella legge a tutti gli effetti. Coi diritti e coi doveri.
Perché, giusto per chiarire, per esempio, oggi una coppia di donne con una figlia, paga tutte le tasse per il nucleo famigliare di tre persone, ma quando si chiede qualcosa in merito alla figlia, tipo l’uscita da scuola o il colloquio coi professori, è solo la madre iscritta all’anagrafe che può agire, l’altra, la compagna, non ha nessun diritto di essere il secondo genitore, a patto di non aver da pagare qualcosa…

Bene, grazie amiche e amici francesi, almeno quella parte che ieri era felice e non era in giro per piazza.


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