Barbara stamattina mi ha fatto
ricordare una roba che avevo pensato e scritto tanti anni fa.
Vivevo un periodo un poco combattuto,
sbattuto qua e là dagli avvenimenti della vita, con la mente vorticosa e il
criceto a mescolare i pensieri accartocciati, la testa costantemente tra le nuvole
ma i piedi ben saldi a terra.
Vivevo la tangibilità del tempo che va
e che non si ferma.
Un giorno, in un momento di abbandono voluto
a me stesso, mi sdraio su una panca del parco alla ricerca di un po’ di distensione.
Osservo i rami degli alberi andare
verso il cielo, e le foglie tutte girate dallo stesso verso, ma è un’altra
storia.
Sopra al mio sguardo improvvisa una
farfalla gialla con bordi bianchi vola alla ricerca di non so che.
E la osservo. E mi sembra di volare. Con
lei!
Allora un pensiero e una riflessione si
impadroniscono delle mie meningi, e mi è chiara subito una roba:
la farfalla è la libertà del bruco.
Non sono etologo, ma mi vien da pensare
che il bruco arranca per tutta la sua vita con tutte le sue difficoltà per uno
scopo solo, e se ci arriva in fondo, se nessuno lo schiaccia o lo mangia, trova
la propria libertà nella sua propria personale trasformazione, diventa farfalla
e vola libero per il mondo.
Raggiunge la propria libertà
trasformandosi, rivedendo i punti di vista, guardando la vita con un punto di
vista diverso.
Ecco che oggi ho letto, nel solito
posto quotidiano, questo che riporto volentieri:
Non c’è assolutamente NIENTE in un
bruco che indichi che sta per diventare una farfalla.
Lascio ad altri i propri personali
ragionamenti. I miei li ho già ben saldi in testa e sotto pelle.
Reagite bene alle robe della vita, ne
vale la pena!
Grazie Barbara, come sempre.
Nessun commento:
Posta un commento