Il viale non c’è più.
Il viale che menava alla villa, e alla chiesa, e alle case in fondo, non
esiste più, sparito.
Da che ho memoria quella via era il viale di quella villa, c’è sempre
stato. E sempre ci sarà.
Qualche giorno fa anche la nonna se n’è andata, appesantita dai malanni che
dentro l’hanno sfregiata fino all’ultimo. Ha tenuto botta finché ha potuto,
dritta e convinta come sempre, anche se sul letto. Il nonno era andato qualche
mese fa, spezzato dalla vita grave sulle spalle, ma mai domo nemmeno all’ultimo.
I nonni non ci sono più. Sono certo siano andati felici. Quanto meno per i
pronipoti che hanno avuto la fortuna di accompagnare per un po’ di anni, felici
e contenti di viziarli come i nonni fanno.
Ora c’è da raccogliere e tenere l’eredità, e non intendo quella concreta
delle cose, dei conti e di altre diavolerie. Ora c’è da ricordarli con le loro
memorie, foss’anche una foto nella mente, solo tua.
Il viale non c’è più, anche se in realtà così non è corretto. Il vecchio
viale, quello riconoscibile da chilometri di distanza, quello che indicava
dritta la via, non c’è più, gli alberi vecchi si sono ammalati e sono crollati
sotto il peso del tempo.
Ora ci sono tante pianticelle giovani a formare la via, e presto saranno
alte e faranno bella mostra di sé, anche a chilometri di distanza.
Ora il viale che mena alla villa, e alla chiesa, e alle case in fondo, è
pronto per vivere appieno, per indicare la via, come il suo capostipite, come
suo nonno.
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