martedì 24 settembre 2013

Enrico ha imparato l’Arte di stare al mondo

E ce l’ha raccontata bene.
Sembrerà gergale, pazienza. Eppure è il titolo dell’ultimo libro letto:
Enrico Brizzi, L’arte di stare al mondo, Mondadori

Arrivò dalle mie parti da conoscenze nuove, via elettronica.
Avevo da fare, allora, qualche mese fa ero impegnato in altri pensieri.
Ma Enrico non si può mai sottovalutare o non concedergli nemmeno una riflessione, quindi mi sono operato almeno per farlo avere a chi credevo potesse raccoglierne i benefici, almeno in quel momento.
Infatti, l’opera elettronica è stata divorata, non solo letta, ma assimilata al meglio, e a me sono arrivate nello stesso tempo mille segnalazioni di quanto chi stava leggendo stesse veramente bene davanti a tante parole e tanti racconti.
La conclusione, anche se ovvia, è stata quella di esser ricambiato dell’invio dell’opera, in questo caso, conoscendomi, in forma cartacea. Cavolo com’è buono l’odore delle pagine sfogliate come carte, com’è intenso il senso dell’inchiostro stampato.
La ricezione, con sorriso di contorno, è stata accompagnata dalla scoperta della dedica: Sett 13, perché sono sicura che ti piacerà.

Terminati i miei ragionamenti di inizio mese e di ritorno dalle ferie, ho finalmente aperto la prima pagina, mi sono introdotto in punta di piedi, ma certo di trovare roba buona.
Lui non lo sa, ma il mio rapporto con Enrico è un po’ succube, non sono esattamente lettore, sono qualcos’altro, sono proprio plagiato dal suo modo di esporre le robe della vita, i ragionamenti, le sensazioni, le emozioni tangibili nelle esperienze. Sia chiaro, mica tutto mi va a genio e mi calza a pennello, ma ammetto volentieri che da quando via Codivilla non è più un segreto, io lo leggerei e lo ascolterei anche dormendo. Ripeto, lui non lo sa mica…
La lettura procede dunque spedita, assieme ai miei sospiri, ai miei sorrisi, hai miei me lo immaginavo la penso anche io così. E non ho potuto resistere, sono cominciate presto le orecchie alle pagine, quelle che si insegna a non fare ai bambini, e sono proseguite sviluppandosi in alcune sottolineature. Poi la matita è andata persa, e non se né fatto più nulla.
La conclusione nel ti sentivi pieno di pace dopo tutte quelle stanchezze, e dopo tutto quell’imparare l’arte di stare al mondo, è da lungo sospiro, un sorriso, e la consapevolezza che domani arriverà pieno di oggi.




Cito:
pg 130 e 131: …una verità fin lì insospettata: può valere la pena di fare i complimenti a una donna anche se non si è intenzionati a uscire con lei, per il semplice piacere di vederla sorridere, sfiorata dalla luce d’una vita diversa. […] …comunque la si volesse mettere, il meglio doveva ancora arrivare.

Alla prossima, Enrico, di molto volentieri …e cercherò di imparare le ricette cosicché, chissà, qualche arte di quelle lette non mi accarezzi la pelle per davvero…


2 commenti:

  1. Come dice qualcuno di abbastanza bravo, quando un libro mi prende, mi piace regalarlo.
    Quando una canzone mi suona bene, mi piace farla ascoltare.
    Quando un piatto mi viene bene, mi piace passarne la ricetta anche se questa potrebbe avere delle unità di misura degli ingredienti un pò strane.
    Concordo con te, certa gente deve continuare a scrivere....sempre per quegli avidi lettori che ci sono in giro.

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  2. Mo grazie!
    Prendo queste tue quattro righe come un complimento.
    Vedremo cosa ci sarà domani...da leggere... o da cucinare...

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