In realtà
non fa per noi, giacchè venerdì non ero solo alla ricerca di uno spiraglio.
E per
tutta sincerità, non avrei mai accettato un biglietto bagarinato a un prezzo
vaffanculato troppo enorme.
Siamo
arrivati verso le otto e mezzo, più o meno come da programma, anche perché non
sarebbe stato possibile diversamente.
La
piazza era bellissima, come sempre.
La gente
era tanta.
La biglietteria
pressata da un nuvolo di ragazzi.
Li osserviamo
bene nella speranza di trovare qualcuno che malauguratamente avesse avuto un
amico impossibilitato a presenziare.
Na
cippa!
Al
contrario quei pezzi di merda illegali erano ovunque, e compravano, ad alta
voce, mentre ti avvicinavano sottovoce per proporti l’impossibile.
Alle
nove in punto una gradinata piccionaia la sparavano a cento sacchi da uno!
E un
bel vaffanculo che non arrivo a fine mese glielo vogliamo dire??
Beh,
no, non lo abbiamo detto, ma lo abbiamo pensato.
E non
abbiamo ancora capito cosa sia capitato a quelli del Bar, e spero a questo
punto che tanti dentro al Bar non siano fan ma solo intrufolati organizzati
malavitosi.
Voglio
voler pensare che nessuno veramente affezionato alla musica e alle parole si
sia comportato da bastardo dentro.
Alle nove
e mezza, col concerto ben avviato, quei pezzi di cui sopra chiedevano sempre
cento sacchi ma per la gradinata numerata. Bello! Veramente bello!!
E
allora tutti quei biglietti spero siano rimasti attaccati al culo e che si
stacchino solo con l’acqua bollente.
Rassegnati
abbiamo continuato a camminare attorno all’Arena, in senso orario, ed abbiamo
cenato nei pressi dei camerini, con la speranza di rivedere un certo fumatore
che prima dell’inizio era lì ma io nella mia timidezza non ho mica richiamato a
me. Non sarebbe stato proprio il caso, troppo caos attorno in quel momento. Troppo
quello che io non avrei saputo dire. Chissà.
La
musica e le parole si sentono bene. Le luci della piazza e delle vie fanno una
bella cornice.
Alla
fine, non contenti certo, siamo felici di passare una bella serata a Verona,
anche se in realtà la città non la osserviamo tanto.
Cerchiamo
pure di ascoltare bene quelle canzoni che a noi piacciono di più, che stanno in
coda alla scaletta, e solo io riesco a riempire moderatamente le vene di roba
buona.
Assistere
al concerto da fuori è strano, non mi era mai capitato.
Non è
nemmeno come un coito interrotto, che sarebbe stato entrare ed essere cacciati
a calci in culo un attimo prima dell’inizio, è stato piuttosto come arrivare
all’appuntamento e vederla già seduta al tavolino con un altro, e lei che non
ti caga nemmeno.
C’è
una netta differenza tra un concerto da dentro e uno da fuori. Quando sei
dentro vivi l’interno in pieno non ne puoi fare a meno ti fai trasportare
ovunque e pensi a come si sta fuori alla vita che dopo riprendi come sempre,
quando sei fuori pensi solo a come è dentro ed invidi tutti quelli che se la
stanno godendo di brutto.
E noi
da fuori siamo comunque rimasti noi. Io, per esempio, non ne ho cantata una che
fosse una. E non mi sono nemmeno sentito obbligato a farlo, mi è venuto proprio
spontaneo, così, come spontaneamente avevo messo i soliti jeans datati la
maglietta arancio e la camicia equosolidale.
Per noi,
alla fine, Verona è questa
E, per
concludere, alla prossima, certamente!