martedì 6 agosto 2013

Il futuro e i titoli di coda

Io l’ho sempre pensato del viaggio.
Oggi che tanti, fortuna loro, pensano alle ferie come vacanza, e cercano luoghi per staccare un po’, sento ancora in questi tanti la lontananza dal viaggio.
Sì certo, pare ci siano sempre più le partenze intelligenti, quindi, forse, non ci sono più le file chilometriche infinite nelle autostrade. Forse.
Questo avviene perché la maggior parte di questi vuole arrivare subito, perché hanno pensato alla destinazione prima che al viaggio, perché ci hanno insegnato a voler arrivare e non a viaggiare.
Sta tutta lì la differenza.
Forse è prenderla con filosofia, non so, comunque c’è chi vive male questo essere sparati come con un cannone dall’ufficio o dalla fabbrica direttamente sulla spiaggia sotto l’ombrellone.
Gli altri stanno molto meglio.
Sono quelli che prima di pensare a dove andare pensano a come andare.
Sono quelli che guardano ancora fuori dal finestrino.
Sono quelli che cambiano strada se sono in troppi sulla via.
Sono quelli che si fermano una o due volte in più per respirare, rilassare, svegliare tutti i ricettori.
Sono quelli che l’orizzonte lo fanno e non lo inseguono.
Sono quelli che all’orizzonte prima o poi ci arriveranno.
Sono quelli che non importa dove, importa come e con chi.
Sono quelli che quando arrivano non si sentono arrivati, ma sono contenti di riflettere quell’attimo in più e pensano già a un altro dove.
Sono quelli che passo dopo passo vivono e lasciano vivere.
Sono quelli che vivono e non esistono.
Sono quelli, e spero che siano in tanti.

Stamattina Barbara mi ha svegliato così, ed io non ci posso fare nulla, mi sono emozionato mi si è chiusa la vena e ho cominciato a pigiare i tasti qui.
Anche perché in altri posti non posso andare.
Per esempio io sono uno di quelli che i titoli di coda li vuole leggere e non è contento se la maschera accende le luci in sala prima del tempo.
Per esempio io sono uno di quelli che al futuro ci pensa eccome, e ne ho le mie ragioni, ma penso anche a come arrivarci a quel futuro, che è anche tra un attimo e non per forza domani o tra un mese.
Per esempio io sono uno di quelli che il film prova a farlo, con tutte le difficoltà del caso, raccogliendo tutto quello che c’è.
Per esempio io sono uno di quelli che spera di riposarsi solo quando è ora, solo quando qualcuno dovrà scrivere dalle mie parti “tranquilli amici è solo sonno arretrato” o qualcosa del genere.
Poi, certamente, ammetto che non sempre si riesce, che a volte ci sono degli abbattimenti importanti, che a volte ci sono delle scariche di adrenalina da accapponare la pelle, che a volte basta fermarsi un attimo per procedere meglio.
Alla fine, comunque, mi è molto piaciuto il buongiorno di Barbara:

Una persona che si preoccupa sempre del futuro, sarà capace di rilassarsi solo quando tutto è finito.
E' come godersi un film quando ci sono i titoli di coda.
Ti sei perso tutto quanto.


E io, nel mio piccolo, cerco di non perdermi nulla, con tutte le fatiche del caso.


2 commenti:

  1. "Ci hanno insegnato a voler arrivare e non a viaggiare"... l'essenza di tutto. Non godiamo più per nulla, tutto quello che c'è tra l'inizio e l'obiettivo sembra non contare più, quando sarebbe così bello fermarsi magari perchè un raggio di sole ha illuminato nel modo che ci piace un campo di fiori e guardarlo anche solo per qualche secondo, ma che ci riempie il cuore...

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  2. Sono contento di leggere come hai inteso quel che volevo scrivere.
    Davvero.
    L'ego, anche se poco, si riempie quando si intende che l'idea è arrivata a pallino.
    Condivido in pieno quello che citi, ecco perchè mi piace camminare.
    Grazie.

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