martedì 15 gennaio 2013

La musica al volume giusto… 1,57


Qualche giorno fa, forse settimane, guidavo l’auto lungo vie sperdute nella bassa bolognese con incontri dopo incroci a gestire la mia via per il rientro notturno. Conosco bene quelle strade quindi, come solito, mi sono permesso di procedere come ogni tanto mi piace fare, si lo so sembra un ossimoro di tempi e modi ma è solo per scrivere che mica sempre quando mi trovo da solo in mezzo alla via me ne frego delle regole e della sicurezza mia e degli altri.
Quella sera però è andata così. Velocità sostenuta ma prudente. Fari spesso accesi sugli abbaglianti. Sguardo sulla strada ma anche sulle stelle in cielo, sull’orizzonte della campagna, a scrutare le ombre della notte profonda e silenziosa. Almeno fuori.
Dentro l’abitacolo, come solito, c’era musica ad altro volume, che per l’autoradio in mio possesso significa già venti o venticinque punti sulla scala del volume. Come ogni tanto mi piace fare, quindi, altro ossimoro tutto mio, c’era musica a livello da discoteca, facendo le dovute proporzioni. Musica rock, ovviamente.
Dunque mi è venuto in mente che qualche tempo fa, anni fa, quattro quasi cinque, anche qui non mi rendo mica conto di utilizzare tempi irreali, a un concerto fiorentino, sul palco anzi sui monitor giganti del palco, dopo una serie di citazioni da pelle d’oca e da partecipazione nazionale, comparve la scritta
“Il rock deve essere suonato al volume che serve”, articolo I00I del 9 luglio 2008, grandioso!
Quindi, quella notte, ho dato retta a quell’articolo.
E cantavo a squarciagola quello che passava il cd. Tanto che non mi sentivo, non sentivo le parole che dicevo. Improvvisamente mi sono reso conto che non mi sentivo bene.
Allora, come le andate e i ritorni violenti, sono passato dalla padella alla brace. Il volume si è più che dimezzato. Tutto si è assopito ma ho continuato a sentire energia buona positiva.
Ho continuato a cantare quello che passava il cd, ma mi sentivo bene, mi sentivo bene, sentivo oltre che ascoltare. E mi è piaciuto un sacco!
Perciò lo consiglio, a volte, quando serve o ve lo sentite, abbassate il volume e ascoltate le vostre emozioni date da quei testi che più vi piacciono.

Certo, però, per tornare al rock suonato al volume che serve, prendete la traccia di (tanto) 3 di Lorenzo Jovanotti e andate al minuto uno e al secondo cinquantasette, mettete il volume che serve e sentirete la chitarra che suona, come suona!, e dietro il ritmo della batteria e del basso e di tutto il resto.
E allora sì che il volume va lasciato! …anzi alzato, potendo o volendo o riuscendo.

Buon ascolto, qualsiasi sia la musica che vi pare.
E buon sentimento qualunque siano i testi che vi toccano.

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