lunedì 28 gennaio 2013

La giornata della Memoria

Era ieri, ma DEVE essere ogni giorno.

Avrei voluto scrivere solo questa frase, quando ieri, che è oggi e che sarà domani, e sempre nei giorni futuri e in quelli passati, ho raccolto diverse testimonianze in merito alla Memoria, per radio per tv per giornali per parole ascoltate e raccontate.
Però, un baleno mi ha trapassato il cranio, mi ha fatto male, poi un crampo più giù al costato, un dolore forte, dato dall’assenza della mia risposta.
Voglio dire, ho ripensato agli anni sessanta colorati, il boom economico il beat le università in rivolta i giovani a raccontare di sé l’uomo sulla luna, e prima gli anni cinquanta un po’ grigi un po’ beige, gli extraterrestri la dolcevita la rinascita l’industrializzazione la nascita di una generazione, e dopo gli anni settanta scuri e neri e dolorosi, le droghe pesanti la violenza gli spari le basette lunghe il colore in tv.
Ma prima, anni prima, molto prima ma non troppo l’Europa bruciava nel fuoco, gli anni quaranta, mentre l’uomo raggiungeva lo spregevole livello nemmeno animale, non sono da esempio anche se ci sono nati i nuovi nonni di oggi.
E in Italia pare ci fossero tre guerre mescolate in quella grande ufficiale, quante realtà non si scopriranno mai, quante se ne conoscono, quante ne sono accadute.
Al che mi sono chiesto, io cosa facevo solo vent’anni fa?, io cosa facevo solo dieci anni fa?, io cosa farò solo tra quindici anni?
Ecco, allora, io non ho molto da raccontare, loro piuttosto, quelli che hanno permesso a me e al mondo di oggi di potersi fare certe vaghe domande di trovare nemmeno una risposta degna di nota, invece sì, e andrebbero ascoltati SEMPRE.
La giornata della Memoria era ieri, ma a parer mio, nel mio piccolo, DEVE essere ogni giorno.

Chiedo perdono, a modo mio.

Con la dose giusta

Eccola finalmente, è arrivata, compiuta come da ricetta corretta, e leggermente rivista.

Doveva essere più o meno così, circa un mese fa…
Allora, come obiettato in passato, la dose di 70 + 70, e non solo una generica 2 scatole, è molto più precisa.
Rimane e confermo il fatto che non mi fa impazzire, per farmela piacere meglio o di più dovrò lavorarla di fantasia, la mia, come sempre per me che fatico a trovare le cose pari.
E poi, proprio ieri, i destinatari primi di tanta cottura non hanno risposto con entusiasmo, e la loro opinione sappiamo bene che è la più importante.
Tant’è.

La torta al cioccolato delle Feste...

martedì 22 gennaio 2013

In ricordo del Signor G


Sono stato impegnato per tutto il tempo, non ho fatto in tempo ad assistere dall’inizio, non avevo tempo per partecipare per bene al ricordo, ma sono arrivato giusto in tempo per la chiusura, per i saluti, per le ultime emozioni.
Fortunato io ho potuto raccogliere queste parole di Giorgio e di Sandro.
Belle cose, buone sensazioni.

L’illogica allegria

Da solo lungo l'autostrada alle prime luci del mattino
A volte spengo anche la radio e lascio il mio cuore incollato al finestrino
Lo so del mondo e anche del resto, lo so che tutto va in rovina
Ma di mattina quando la gente dorme col suo normale malumore mi può bastare un niente
Forse un piccolo bagliore, un'aria già vissuta, un paesaggio o che ne so
E sto bene, io sto bene come uno quando sogna
Non lo so se mi conviene, ma sto bene, che vergogna
Io sto bene proprio ora, proprio qui, non è mica colpa mia se mi capita così
È come un'illogica allegria di cui non so il motivo, non so che cosa sia
È come se improvvisamente mi fossi preso il diritto di vivere il presente
Io sto bene... Questa illogica allegria proprio ora, proprio qui
Da solo lungo l'autostrada alle prime luci del mattino

Non insegnate ai bambini
Non insegnate ai bambini, non insegnate la vostra morale 
E’ così stanca e malata, potrebbe far male 
Forse una grave imprudenza è lasciarli in balia di una falsa coscienza 
Non elogiate il pensiero che è sempre più raro 
Non indicate per loro una via conosciuta 
Ma se proprio volete insegnate soltanto la magia della vita 
Giro giro tondo cambia il mondo 
Non insegnate ai bambini, non divulgate illusioni sociali 
Non gli riempite il futuro di vecchi ideali 
L'unica cosa sicura è tenerli lontano dalla nostra cultura 
Non esaltate il talento che è sempre più spento 
Non li avviate al bel canto, al teatro, alla danza 
Ma se proprio volete raccontategli il sogno di un'antica speranza 
Non insegnate ai bambini ma coltivate voi stessi il cuore e la mente 
Stategli sempre vicini, date fiducia all'amore… il resto è niente 
Giro giro tondo cambia il mondo 
Giro giro tondo cambia il mondo

Ciao Signor G, a modo mio, guardo avanti ancora un po’.

giovedì 17 gennaio 2013

La via è aperta


Stamattina me la sono presa comoda. Avevo fatto tardi stanotte, preso dalle mie cose, da giri di mezzanotte e dalla cucina ancora accesa.
Stamattina ho ricordato quanto visto osservato stanotte al rientro.
Stamattina la mia via è aperta di nuovo. Finalmente.
La mia via è stata riaperta. Ora posso tornare a fare il giro di prima di maggio.
Sono contento. E la coltre di neve che scende rende tutto ancor più emozionante.
Belle cose. Un altro passo in avanti, lontano da ricordi dolorosi.
Per me è una via, non oso pensare alle persone che per loro è la casa.
Sono fortunato, alla fine dei conti, non posso che dire così.
E ora si deve continuare a fare le cose per bene, senza perdere tempo, subito, senza ansia, muovendo le mani nel modo corretto, con entusiasmo, col mio sorriso, con i buoni pensieri.
Dài!!! Teniamo botta fino alla fine.

martedì 15 gennaio 2013

La musica al volume giusto… 1,57


Qualche giorno fa, forse settimane, guidavo l’auto lungo vie sperdute nella bassa bolognese con incontri dopo incroci a gestire la mia via per il rientro notturno. Conosco bene quelle strade quindi, come solito, mi sono permesso di procedere come ogni tanto mi piace fare, si lo so sembra un ossimoro di tempi e modi ma è solo per scrivere che mica sempre quando mi trovo da solo in mezzo alla via me ne frego delle regole e della sicurezza mia e degli altri.
Quella sera però è andata così. Velocità sostenuta ma prudente. Fari spesso accesi sugli abbaglianti. Sguardo sulla strada ma anche sulle stelle in cielo, sull’orizzonte della campagna, a scrutare le ombre della notte profonda e silenziosa. Almeno fuori.
Dentro l’abitacolo, come solito, c’era musica ad altro volume, che per l’autoradio in mio possesso significa già venti o venticinque punti sulla scala del volume. Come ogni tanto mi piace fare, quindi, altro ossimoro tutto mio, c’era musica a livello da discoteca, facendo le dovute proporzioni. Musica rock, ovviamente.
Dunque mi è venuto in mente che qualche tempo fa, anni fa, quattro quasi cinque, anche qui non mi rendo mica conto di utilizzare tempi irreali, a un concerto fiorentino, sul palco anzi sui monitor giganti del palco, dopo una serie di citazioni da pelle d’oca e da partecipazione nazionale, comparve la scritta
“Il rock deve essere suonato al volume che serve”, articolo I00I del 9 luglio 2008, grandioso!
Quindi, quella notte, ho dato retta a quell’articolo.
E cantavo a squarciagola quello che passava il cd. Tanto che non mi sentivo, non sentivo le parole che dicevo. Improvvisamente mi sono reso conto che non mi sentivo bene.
Allora, come le andate e i ritorni violenti, sono passato dalla padella alla brace. Il volume si è più che dimezzato. Tutto si è assopito ma ho continuato a sentire energia buona positiva.
Ho continuato a cantare quello che passava il cd, ma mi sentivo bene, mi sentivo bene, sentivo oltre che ascoltare. E mi è piaciuto un sacco!
Perciò lo consiglio, a volte, quando serve o ve lo sentite, abbassate il volume e ascoltate le vostre emozioni date da quei testi che più vi piacciono.

Certo, però, per tornare al rock suonato al volume che serve, prendete la traccia di (tanto) 3 di Lorenzo Jovanotti e andate al minuto uno e al secondo cinquantasette, mettete il volume che serve e sentirete la chitarra che suona, come suona!, e dietro il ritmo della batteria e del basso e di tutto il resto.
E allora sì che il volume va lasciato! …anzi alzato, potendo o volendo o riuscendo.

Buon ascolto, qualsiasi sia la musica che vi pare.
E buon sentimento qualunque siano i testi che vi toccano.

martedì 8 gennaio 2013

Elogio a Gramellini…


Solo poche robe posso scrivere...
Ho letto qualcosa e mi è piaciuta. Un punto a suo favore. Non necessario ci mancherebbe soprattutto perché viene da me.
Ho ascoltato qualcosa, e mi è piaciuta. E lo ascolto sempre volentieri.
Proprio come di recente.
Solo per dire che io sto con quel cinquantenne che brontolava ma che dava l’esempio e sto con la moglie del cinquantenne che in silenzio si dava già da fare.
L’esempio, non c’è dubbio, è una delle poche robe che possiamo passare a chi ci sta vicino.

Grazie Massimo, non cambiare.

E’ tutto passato!


Ecco che tutto è passato.
L’Epifania le feste porta via.
Ecco che tutto è come prima. Quasi.
La cena dell’ultimo dell’anno con amici è stata praticamente perfetta.
Solo troppa stanchezza sulle spalle a mantenere bassi certi livelli.
Però, dài, alla fine, le chiacchiere, le risate, i giochi, le preparazioni, le mangiate e le bevute, i letti e le dormite, tutto è andato a posto giusto, pare. Pure la colazione.
Alla fine tutto è passato. Così come è cominciato tutto è arrivato a ieri.
Bene, non mi resta che augurare a tutti felici giorni futuri, sono certo che la pagina girata una settimana fa sia stata una pagina importante per tutti, e credo anche che ognuno ci  sappia scrivere bene le proprie parole.
Poi va beh, il fatto che la ricetta della torta avesse delle dosi un po’ troppo teoriche tipo cucchiai vaghi o perfino scatole e non dei più precisi grammi o etti non fa mica testo, e non è colpa mia se poi chi ha assaggiato non riusciva a masticare bene e sentiva il crudo sulla lingua. Ma sai quante risate?...

Salute a tutti, camminate bene, costruite come vi hanno insegnato, mettendoci del vostro, è quel valore in più che fa girare bene il mondo, e noi tutti con lui.