Avrei
voluto scrivere solo questa frase, quando ieri, che è oggi e che sarà domani, e
sempre nei giorni futuri e in quelli passati, ho raccolto diverse testimonianze
in merito alla Memoria, per radio per tv per giornali per parole ascoltate e
raccontate.
Però,
un baleno mi ha trapassato il cranio, mi ha fatto male, poi un crampo più giù
al costato, un dolore forte, dato dall’assenza della mia risposta.
Voglio
dire, ho ripensato agli anni sessanta colorati, il boom economico il beat le
università in rivolta i giovani a raccontare di sé l’uomo sulla luna, e prima
gli anni cinquanta un po’ grigi un po’ beige, gli extraterrestri la dolcevita
la rinascita l’industrializzazione la nascita di una generazione, e dopo gli
anni settanta scuri e neri e dolorosi, le droghe pesanti la violenza gli spari
le basette lunghe il colore in tv.
Ma
prima, anni prima, molto prima ma non troppo l’Europa bruciava nel fuoco, gli
anni quaranta, mentre l’uomo raggiungeva lo spregevole livello nemmeno animale,
non sono da esempio anche se ci sono nati i nuovi nonni di oggi.
E
in Italia pare ci fossero tre guerre mescolate in quella grande ufficiale,
quante realtà non si scopriranno mai, quante se ne conoscono, quante ne sono
accadute.
Al
che mi sono chiesto, io cosa facevo solo vent’anni fa?, io cosa facevo solo
dieci anni fa?, io cosa farò solo tra quindici anni?
Ecco,
allora, io non ho molto da raccontare, loro piuttosto, quelli che hanno
permesso a me e al mondo di oggi di potersi fare certe vaghe domande di trovare
nemmeno una risposta degna di nota, invece sì, e andrebbero ascoltati SEMPRE.
La
giornata della Memoria era ieri, ma a parer mio, nel mio piccolo, DEVE essere
ogni giorno.
Chiedo
perdono, a modo mio.