lunedì 23 luglio 2012

LA GRANDE GRIGLIATA DEL VENTUN LUGLIO


Te ti giri, stanco dell’abbondante ora di cottura alla brace.
Rimani un attimo da te a rimirare le trenta e rotte persone già sedute sotto al portico grande a mangiare.
Accendi la pajana e fumi bevendo il tuo meritato bicchiere di rosso, non sono le quattro del mattino ma rimani da te con le tue angosce, altre idee, la stanchezza, e un poco di fame.
Poi trovi posto al tavolo piccolo per mangiare assieme alle persone a te più vicine quanto cotto poco prima.
I tre barbecue sono abbandonati al fresco della sera umida di un temporale che ora vi sta girando attorno e che illumina il portico come fosse giorno.
La compagnia è piacevole, si ride si parla si riflette. Una bella serata, davvero. Tante persone a mangiare una unica cottura di carne alla brace che non avevi mai visto prima, quasi. Belle cose.
Alla fine quando ormai la notte gira verso la mattina, crolli sul tavolo e sul tuo bicchiere di vino mai vuoto. Appoggi la fronte sulle braccia incrociate, smosso dall’affaticamento che non sopporti più, gli occhi sono sempre più pesanti, la lingua sempre più grossa non servirebbe nemmeno per i baci, la mente è leggera nei vapori dell’alcool e nel fumo della cottura che ancora senti addosso, le parole non sono quelle che pensi, senti il sorriso ebete stampato in faccia, capisci che non riusciresti più in niente.
Meglio abbandonarsi a morfeo almeno per un po’. C’è chi ti segnala il divano all’interno, dove le chiacchiere sono ovattate, dove trovi riparo e un piccolo nido temporaneo.
Ti sdrai abbracciando il tuo telo di Linus, e abbracciandoti per raccoglierti al meglio.
Dormi, dormi bene. Ormai sei su un altro pianeta, e tornerai solo quando sentirai che il momento sia quello più naturale. Saluti e chiedi un ritorno per un rientro solitario che ancora ti mette pensieri, anche se non sfiduciati. (Solo che ci tieni che lei torni sana e salva, tutto qui).
Alla fine parli, sveglio da poco, con chi avresti voluto ascoltare qualche ora prima quando ancora avevi l’adrenalina nelle vene. Pazienza, ti fai bastare questo.
Poi ti svegli del tutto quando ti dice “sei stato veramente importante per la riuscita della serata”. Mentre non credi di avere fatto nulla di particolare, sei stato solo te stesso nell’aiutare un amico e la sua amica nella realizzazione di una serata che poi si è rivelata quasi memorabile.
Piuttosto c’è da ringraziare anche le due cuoche che non sono state solo aiuto cuoche e tutte quelle persone che si sono adoperate attorno alle tre griglie, prima durante e dopo la cottura, compreso quel ragazzo che si è sentito Grisù e con la bottiglia in mano girava a spegnere le fiamme sulle braci stillate dal grasso della ciccia.
Alla fine, quindi, tutto ha girato per il meglio. Almeno spero.
La conclusione è stato il rientro dopo le due mezza della notte, e solo allora ti sei ricordato che avevi una bici sul tettuccio dell’auto, bici che è stata protagonista con te di un guado da altri tempi, ma è un’altra storia.
Grazie dell’invito, e di avere accettato il mio.
Ciao Barbara ciao Fabio. Alla prossima.

Nessun commento:

Posta un commento