domenica 18 ottobre 2015

Le Onde di Elisa le vedo un po' così

Capita a volte, spesse volte in autunno, di andare là dal mio mare. E prima di andare a mangiare la piada nel locale dove va mangiata la piada, capita di andare a salutarlo, il mio mare, per dirgli di stare tranquillo che ci si vedrà ancora l'anno successivo, fosse per un momento per un giorno o per un periodo non ha importanza.

Mi avviai la notte scorsa, salii in auto e me ne andai. Cercai di arrivare alla spiaggia prima dell'alba, e quando la raggiunsi mi feci prendere dalle onde, osservai la luna e le stelle e, cercando di trovare quanto avevo smarrito, raccontai loro tutto quanto di noi.
Dentro a quelle migliaia di onde, e ancor di più in quei milioni di onde, ne sono certo, da qualche parte vidi il tuo viso, ti vidi là in mezzo. E sperai che il sole normalmente tanto mattiniero, prima che sorgesse, prima che arrivasse a splendere ancora su di noi, mi lasciasse trovare ancora un po' di sollievo nella notte poiché non ricordavo tutto quel che avevo perduto.
Quando raggiunsi la spiaggia nulla era come prima, niente era cambiato. In quelle migliaia di milioni di onde cercai ancora l'amore. E tutto quel che vidi era il tuo viso, tutto quel che vidi era il tuo volto.
Ora sto piangendo amaramente qui sulla spiaggia, ma sto scegliendo ancora te.
Ormai quel che fatto è fatto, ma sono pronto a ricominciare...
Ora tutto quel che vedo è il tuo viso, ancora.
Ora ho voglia di tornare a casa da te!


(liberamene ispirato a The Waves, Elisa)

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