In prima
pagina chi mi ha regalato questo libro (cavolo che bella parola libro, con una
b sola…) ha scritto che il titolo la dice lunga e si domanda se ci si potesse
trovare qualche nuovo suggerimento in mezzo a queste pagine.
Ma soprattutto
ha scritto duemiladocici…
Se
ne deduce che è stata lunga due anni l’attesa non so proprio perché per questa
lettura.
Avvenuta
quasi d’un fiato, giacché in effetti il titolo la dice lunga, ma soprattutto il
diario, perché di questo si tratta, di Tiziano è leggibilissimo. Al suo interno
si trova un mondo di riflessioni, di pro e contro, di alti e di bassi, e di
come dice uno bravo un bel po’ di andate e ritorni violenti.
Si legge
bene, vivendo quasi in prima persona l’anno solare raccontato in questi appunti
quasi giornalieri. E visto il “vero” mestiere di Tiziano, si capisce, o almeno
si intuisce, quanto sia complessa la produzione che gli compete.
Le idee
le appunta sul quaderno, al volo, su bigliettini, e sente l’urgenza di
lavorarci su, di sviluppare e sviscerare. E un po’ mi sono rivisto.
Soprattutto
questo diario porta in evidenza l’apertura delle braccia di Tiziano, che si
mostra per quello che è con sempre meno filtri o pregiudizi o archetipi che lui
stesso di mette addosso, e con quelle braccia stringe e stringe a se tutti gli
amici.
Eccoli.
Gli amici!
E’
quanto io ho scritto in prima pagina, dopo qualche “mese” di racconto.
Perché
è quello che ho sentito.
Perché
credo che in questo periodo non sia un caso.
A pagina
96 sottolineo bene Perché anche la
cicatrice più vistosa sarà sempre meno brutta di una possibilità mancata,
che è legato a qualche riga precedente dove scrive Qualcosa a cui abbandonarsi almeno per un po’ nell’illusione del “per
sempre”. Mentre a pagina 99 E’ come
se ultimamente mi affannassi a preservare l’equilibrio delle cose, perché mi
piace la mia vita e vorrei fotografarla per vederla rimanere sempre così. Poi
a pagina 103 scrive di me con …disintossicarmi
delle ultime remore da pigro e che deve rimettersi in marcia.
L’amore è una cosa semplice, Tiziano
Ferro, ed. Kowalski
Poi,
in effetti, la dedica Tiziano in terza pagina è del tutto eloquente:
“Dedicato a chi ha il coraggio di cambiare vita
e a chi ha la forza di non cambiarla”
Ineccepibile.
Libro con due 'b' a volte è sintomo di disturbo di apprendimento, oppure identifica abitanti di certe regioni dove il tipo di pronuncia ereditato, porta ad avere le auto di alcune forze dell'ordine più lunghe del normale. Oppure di chi con quella risonanza della doppia b seguita dalla vibrazione della r vuole elevare quella parola a un livello di enfasi per ciò che di misterioso e invitante potrebbe contenere l'oggetto elogiato. Certo che c'è poi chi scrive duemidocici...
RispondiEliminaIl Tiziano cantante non mi ha mai preso particolarmente, ma il suo lato umano sì. Tiziano con il suo denudarsi ha dato un esempio di come certe diversità non vanno nascoste, ma mostrate, senza paura dei pregiudizi, del bigottismo e della violenza psichica in cui la nostra società versa...purtroppo. Ed è un esempio che soprattutto i giovani dovrebbero seguire.
Le cicatrici sono la conseguenza delle ferite, ma le ferite sono la conseguenza di un periodo passato bene, dove si sperava forse in quel per sempre che tutti aneliamo quando siamo felici.Non è detto che non possa essere, chissà...come mi insegna qualcuno, mai e per sempre vanno usati con equilibrio appunto.
La tua esposizione invita a leggere il Tiziano scrittore, chissà, il problema rimane sempre uno:
Voi siete in tanti a scrivere e io da sola a leggere.... Vedremo
La b di quella parola tanto importante meriterebbe una riflessione lunga, e grande quanto una nazione. Seguirà.
RispondiEliminaComunque sarebbe vibbbrazione.
E io non sono in tanti.