Oggi
sono passate già abbastanza ore per poter rileggere col giusto tono parole
arrivate qualche giorno fa, e che erano rimaste lì, come mi capita ogni tanto,
pronte per essere rilette in una condizione meno deprecabile.
Parla
del prossimo anno, che è già cominciato, e di quelli a venire, e chissà di
quanti altri tempi, attimi, momenti, ore, mesi, periodi, giorni.
Speriamo sia pieno di voli di farfalle, parole scritte,
impronte a lasciare segni di passaggi sinceri, porte aperte sul mondo che
aspetta e perché no petali di timidi fiori pronti ad accoglierti, per poter
condividere gioie e dolori, rimpianti e rimorsi, musi e risate e tutto quello
che l’amicizia mostrerà.
Ecco,
questo lo proporrei a quel barista all’apparenza tanto scorbutico.
Sono belle parole che non dovrebbero essere scritte o dette o lette o ascoltate solo una volta all' anno come tutte quelle belle rime che hanno invaso i nostri mostri prima o dopo i brindisi. Speriamo non restino solo parole, anche se belle e forse anche sincere e sentite.
RispondiEliminaCerte parole vanno comunque lasciate andare, libere nell'aria, come i sogni che vengono da soli, che poi non si ricordano più.
RispondiEliminaE come le farfalle che, trattenute fino a quel momento dal bruco, hanno trovato la loro libertà.
Via, ognuna per la sua strada. E non solo in questi giorni.