Qualche
giorno fa ho ascoltato il racconto di una storiella, lieve, ingenua forse.
Alla
fine del racconto l’ho sentita, forte.
E’
la storia dello scorpione e della rana.
E
racconta di certi perché.
Un
giorno lo scorpione ebbe necessità di passare dalla parte opposta, aveva
bisogno di attraversare lo stagno, e non sapendo come fare in quanto incapace
di nuotare chiese aiuto a una rana. Disse:
“Ciao
rana, avrei bisogno di te. Devo andare di là dallo stagno, potresti
accompagnarmi?, potrei salirti sulle spalle…”
“Certo
che no!”, rispose la rana.
“E
perché mai mi rispondi così? In questo modo così deciso…”
“Perché
tu sei uno scorpione, se ti carico sulle spalle poi mi pungi e io muoio!”
“Ti
prometto che non lo farò, io voglio andare di là, solo questo”
Convinta
la rana raccolse sulle spalle lo scorpione e cominciarono l’attraversata
assieme, in compagnia.
A
metà dello stagno, però, lo scorpione punse la rana…
“Perché
lo hai fatto?! Perché?!”, chiese la rana già dolorante.
“Perché
mi hai punto?! Ora moriremo entrambi, io della tua puntura e tu di annegamento!”
Glaciale
e serio come non mai lo scorpione rispose:
“Perché
sono uno scorpione, non ci posso fare niente, sono fatto così”
Un
saluto a tutti quelli che riescono a cambiare, e a quelli che li credono
cambiati.
Un
abbraccio a chi rimane se stesso, e lo ammette a sé prima che agli altri.
L’umanità
riuscirà mai a cambiare per non morire di sé stessa?
Spesso e da millenni abbiamo caricato gli animali dei nostri vizi e delle nostre virtù, queste ultime proprio in minoranza!L'uomo purtroppo ha travalicato la natura, e con la mente crea sempre il negativo del bene, il male è oltre una cortina facile da scostare e avviarsi, a volte senza ritorno, sulle vie malvage!
RispondiEliminaNon so se ci sarà una soluzione positiva...non lo so!
i s
Sinceramente? Non lo so nemmeno io.
RispondiEliminaSinceramente? Questo racconto l'ho sentito addosso in quanto proprio di recente ho cominciato a capire che dare fiducia a certe persone si è rivelato un errore.
E più che il dolore che se ne prova è accettare di avere commesso un errore così determinante che non riesce ad andare giù.
Il dolore passa, il ricordo no.
Ma il tempo va' e gira e si continua, domani è un altro giorno e presto sarà oggi.
Riporre fiducia negli altri è "genuità", nel senso che si riflette sugli altri la nostra schiettezza, la nostra lealtà...ma poi si rivela una "ingenuità"...ma non è da rimproverare noi stessi, né da pentirsi, sono prove che ci segnano nella vita...quindi forse dobbiamo modificare la propensione verso gli altri, mantenedoci un po' più riservati...non so però quanto sia "fattibile", me ne rendo conto anch'io...e ripeto questi "errori"
RispondiEliminaMi sembra che il tempo stia peggiorando...ma ormai anche questo dobbiamo mettere in conto!!!!
Buona serata!
is
Essere se stessi, in fondo, a riuscirci, è la cosa migliore.
RispondiEliminaCoi pro e coi contro, coi successi e con gli errori.
Essere in bolla con sé, riuscire in un minimo di serenità col proprio ego, convinti del proprio io, forse è riuscire a continuare per bene.
La fiducia riposta negli altri è alla base delle relazioni. Qualsiasi esse siano.
Il montagna dicono che per vedere quanto sia forte un legame si deve andare insieme per sentieri, o qualcosa del genere.
E come in montagna anche i sentieri della vita filtrano quelli che possono continuare ad avere la nostra fiducia.
Non si deve smettere di crede nel buono delle persone, giacché ce ne sono, ne sono certo.