mercoledì 8 agosto 2012

ALEX SCHWAZER SBAGLIA, e io sto con lui


Comincio con scrivere che di certe robe ci capisco poco, che sono lontanissime da me.
(Ma anche io nel mio piccolo so cosa vuol dire stare lì in mezzo a farsi il mazzo).
Oggi però l’ho ascoltato in diretta tv nella conferenza stampa.
Più che dalla parte di chi poneva domande e che forse insisteva un po’, piuttosto mi sono sentito dalla sua, di là dal tavolo dei microfoni.
L’ho ascoltato bene, spero.
Ha parlato di fatiche, forti, e molte. Di sacrifici, di sudori impossibili da sopportare se quel giorno anche solo un’inezia ti impedisce di fare bene come vorresti come hai sempre sognato. Ho sentito che il fisico sta bene quando la mente è serena, che quando la tua personale bolla è in equilibrio sei in grado di fare robe incredibili. Le robe migliori vengono fuori quando sei spensierato e non solo quando stai bene fisicamente.
Ho ascoltato tra le righe, tra gli sguardi, nelle inflessioni, nei sospiri, nelle mani a gesticolare con quelle dita così magre e così lunghe.
Ha ammesso le sue colpe e gliene do atto, ammiro il suo coraggio di questi giorni. Non lo capisco, forse non lo perdono, ma accetto il suo essere uomo e le sue fragilità, senza rimorsi senza rancore, né ipocrisie.
Ho cercato di mettermi i suoi panni anche solo per un momento in quegli attimi di sconforto che lo hanno portato a tali scelte e a quella strada chiusa per forza.
Ora non posso che sperare ed augurargli di fermarsi, rigirarsi su se stesso, guardare in una direzione diversa, e con l’aiuto di chi gli vuole bene per davvero tornare su un sentiero che sente più vicino alla sua pelle.
Spero non abbia intenzione di mollate tutto, spero tenga botta ancora un po’, almeno per il tempo che gli è dato da vivere.
Spero scelga e viva e si vesta come meglio sente per se stesso.
Ciao Alex, spero di vederti marciare nelle valli di casa tua, sereno, col sorriso ed il sole dritto in faccia.

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