I tempi
scorrono lontani, quasi lontanissimi.
Non ricordo
nemmeno dove si siano posizionati esattamente.
Tant’è
che ho avuto proprio voglia di regalare in giro e non per caso un libro
ascoltato per caso alla radio, credo.
E’ e
lo sento, lo sentivo, talmente particolare anche se mai letto che mi ci metto d’impegno
per introdurre la lettura con una sorta di dedica iniziale, come fosse un
invito, a leggere, e a non allarmarsi, non preoccuparsi.
Una di
queste era, ed è, per sdrammatizzare
qualcosa di importante che alleggerito grave più non è, inconsuete parole…,
e credo rispecchino abbastanza quanto meno il mio punto di vista.
Con tutta
la timidezza che occorre, e che ho nonostante si dica in giro a volte il
contrario, credo che il sesso, l’amore, il porno, i pensieri ad essi legati, le
emozioni suscitate, non siano altro che una parte della nostra personalità, del
nostro modo di vivere, di percepire la vita, il susseguirsi dei momenti, e
delle stagioni, come si osserva il respiro, e come si raccoglie uno sguardo.
Ora,
successivamente, dopo la lettura, finalmente, non posso che confermare la mia
idea, arricchita dalle nozioni sapientemente descritte da Carolina.
La immagino
mentre fa le prove, mentre verifica su se stessa l’esperienza.
E credo
abbia fatto centro.
Abbia ben
bene colpito il bersaglio. Che è mobile, che nessuno è uguale a un altro, che
ogni persona le vive da sé e per sé le cose dell’amore.
Come sempre
ho letto con la matita in mano. Non essendo mio ma solo in prestito ho evitato
di lasciare le mie impronte in quelle righe, e mi sono solo permesso, col
permesso appunto, di orecchiare gli angoli delle pagine che colpivano ben il
centro.
Sono troppe.
Non ci
salterei fuori per bene.
Devo limitarmi.
La prima
mi era arrivata addosso che ho dovuto sospendere e cercare di capirci qualcosa,
è a pag. 46, ed avevo sviluppato questo. In effetti,
cito: Il cinico autentico è il più
genuino dei romantici, perché la soglia oltre la quale qualcosa è romantico per
un cinico è solo molto più alta e difficile da oltrepassare che per chiunque
altro. Ecco. Ma continua …in amore
siamo tutti un po’ stupidi, nel senso che siamo sopraffatti dallo stupore
continuo per una magia che non sappiamo spiegare né capire, ma che
indiscutibilmente ci scuote anima e corpo, quando viene spiegato che stupore e stupido hanno la stessa radice etimologica.
E allora
capisci bene che quello che stai leggendo non è una gretta trasposizione del
volgare porno ma una più sofisticata esposizione del romantico porno.
Capisci
presto che fare bene l’amore, o all’amore, o scopare, o trombare, o come uno
vuole chiamare quello che è, non è roba da poco e che, soprattutto, nessuno ti
vieta di farlo, nessuno può vietarti di godere dell’amore, tuo e di chi è con
te.
O qualcosa
del genere.
Tanto
che è a pag. 49 che …fatto sta che una
bella pomiciata fine a sé stessa è una delle cose più incantevoli che possano
accadere tra due persone, perché senza che l’animale dentro di noi si scateni
si possono gustare le sottili vibrazioni del contatto minimo, della carezza
sulla bocca, del respiro, delle labbra e soprattutto della lingua, …, si
sofferma, permettendo un sussurro senza parole che non ha eguali. Ecco.
Non è
solo attaccarsi come sanguisughe o bottoni o cerotti o tetris, ce ben altro in
giro.
Non tarda
a venire un’altra grande verità, negata dai più, forse timidi, forse inetti,
forse non lo so e chissenefrega peggio per loro, è a pag. 63 dove …praticare sesso orale non è un atto di
sottomissione, il riceverlo semmai è una dolce resa, perché l’unico modo di
godere il sesso orale con qualcuno è capitolare di fronte al desiderio totale
di perdersi in presenza della lucidità dell’altro. Mica pugnette, appunto,
e questa è solo una battuta. In quella verità c’è molto di quanto a sentire in
giro manca in molte case, in molti letti, in molte auto e in molti non lo so.
Uno,
altro, una, altra, trattasi sempre di reciprocità. Di fiducia. Di abbandono.
Trattando
di esseri umani, quindi di gente che se la racconta per bene, neanche ci fosse
sempre lo specchio, viene obbligato il discorso sulla infedeltà, o tradimento
che sia. Riporto volentieri le cinque regole che vengono enunciate, che nella
loro semplicità dicono molto e tutto: 1) non è ammessa premeditazione; 2) non
scaricare tutto sulle spalle dell’altro; 3) omertà; 4) negare fino alla morte;
5) mezza verità. Ora, a leggerle così appaiono fin troppo semplicistiche come
accennato, tant’è che in effetti a rifletterci bene, ognuno con la propria
esperienza potrebbe vederci delle piccole verità o dei piccoli spiragli,
dipende dal punto di vista. Tanto che in conclusione Devo ricordarmi di prevenire che accada, e l’unico modo è non aver
paura di accorgermi che una storia, per quanto meravigliosa sia stata, è ormai
finita, e avere il coraggio di chiuderla con rispetto per me stessa e per l’altro.
Ecco. Un altro grande insegnamento, a pag. 84, non negare la verità, o quanto
meno non mentirsi nemmeno allo specchio, che altrimenti si fa casino e si fanno
danni, a noi stessi e agli altri, a quelli che vogliamo bene e a quelli che
vogliamo male.
Come i
cinici di sopra, la verità.
Cito,
pag. 110, mi piace sentire che l’altro
non deve dimostrarmi niente, questo in merito alle prestazioni, alle
dimensioni, la il ragionamento e questo mi piace si possono estendere ovunque, in
ogni campo, in ogni pensiero, in ogni emozione: non è lui o lei, o quello che ha
lui o quello che ha lei, o quello che non hanno, o quello che sanno fare, o
quello che ignorano, è solo quello che c’è tra i due, o tre, o, che conta, la
sintonia, il viversi, non l’esserci e basta.
A pag.
113 scrive di sé e della sua famiglia, quasi, e non è un caso che oggi io
scriva e senta questo visto che anche la mia la sto vivendo e vedendo sotto
altri aspetti sconosciuti, Se esiste
qualcuno che per voi è un mito, per il quale la stima sconfina pericolosamente
nell’ideale, basta metterlo di fronte ai suoi parenti più stretti per
osservarne l’irrimediabile umanità.
Colpiscono
pericolosamente e mito e ideale, giacché per me il mito e l’idea che questo crea sono molto
molto molto molto molto pericolosi.
Se cadono
si rompono in mille pezzi e non si riaggiusta più nulla.
Leggendo
della masturbazione raccolgo quanto già avevo da me, non è peccato, ci si
conosce, e nulla è squallido se fatto nei modi e tempi opportuni. Nemmeno eventuali
aiuti, per lei o per lui non importa, non sono da ritenersi offensivi o sporchi
o. Dipende tutto da noi, i tempi, i luoghi, i modi. Condivido che cercarsi in
un momento poco propizio, tipo con troppi pensieri o pensando al partner che
non c’è o chissà quali diavolerie la mente produce, potrebbe rivoltarsi contro,
che l’energia apparentemente positiva di un successo potrebbe girarsi e
andarsene con quei pensieri pesanti e lasciarti lì solo infreddolito e per
nulla appagato.
Di lì
a poco, pag. 150, si leggono parole in merito all’educazione che lo Stato
dovrebbe infondere, che se neanche i
nostri genitori hanno saputo insegnarci che quando si ama qualcuno si desidera
che sia felice di per sé e si desidera esserlo a nostra volta per conto nostro,
così da avere qualcosa di bello da scambiarci… mi sembra una affermazione
che va al di là di tanti muri, di tante ipocrisie, che dovrebbe essere letta e
ascoltata da tanti, ma tanti tanti.
Mentre
mi accorgo che il segna libro è ancora dentro e non in prima pagina ma in fondo
quando ne mancano ancora una manciata alla fine mi sorge il sospetto di non
averlo poi finito del tutto questo libro.
Che
forse non lo voglio finire. Chissà.
L’ultima
orecchia è di pag. 163 e mi piace riportarla pari pari, così come la si legge,
a conclusione del più ampio discorso che è riassunto nel titolo: Insomma gente, ad aspettare che le cose
accadano da sole ci si ritrova a prenderla nel culo (e chiaramente senza
desiderarlo) pure da se stessi. La Porno Rivoluzione è invece un’importante
occasione per liberare una volta per tutte la sessualità dalla nicchia dell’inconfessabile,
perché in questo nostro mondo parlare di pornografia, di fellatio o di orgasmo
simultaneo equivalga a discutere della ricetta del tiramisù… Un sistema molto
comune per imparare a rendere la cosa il più squisita possibile.
Una chicca.
Beh in
effetti avevo mancato il test finale… ops…
E che
test!! Ora che l’ho fatto, ora che l’ho compiuto, ora che l’ho letto.
E’
incasinato e pieno di sfaccettature come il sesso, l’amore, il romantico, il
porno, come si può leggere in queste pagine.
Ma sincerità
per sincerità non mi nascondo in questo groviglio e mi espongo aprendo una
buona finestra sulla piazza, per chi riesce a vedere dentro: se ho fatto bene i
conti, e di errori nelle somme li avevo compiuti, il mio numero finale è 563. Se
ne deduce, a pag. 176, che so che il
romanticismo è al principio del liberalismo, strutturato come il corpo
maschile, tendente a stringere il corpo femminile in un abbraccio tra corpi
perdutamente elettorali (da Mill), e che so che non si può parlare di quello che è impossibile ripetere… Lamenti,
cantilene e poesie sì, non più quel corpo a corpo (da Sexton); e qui, a questa
conclusione chi ci capisce è bravo davvero. Io nel mio piccolo, nella mia
ancora ampia ignoranza, posso pensare a me, ascoltarmi, sentirmi, e affermare
che romanticismo e liberalismo mi piace vederli vicini, che stringere il corpo
femminile in un abbraccio è qualcosa di grandioso, che non capisco cosa centri
elettorali al che mi domando cosa voglia dire esattamente la parola elettorale
(e indagherò nel vocabolario), che non ho la minima idea che non si possa
parlare dell’irripetibile ma anche che il vero è il contrario se penso a tutte
le sensazioni che provo durante ogni attimo che respiro, e che non capisco quel
corpo a corpo ma se immagino due corpi nell’atto dell’amore o del sesso o come
uno lo vuole chiamare il vero è il contrario perché almeno dentro, nei tuoi
ricordi, ti ricordi tutto, e ogni nuova volta si rinnova quel ricordo.
Carolina
Cutolo, Pornoromantica, Fazi Editore
Mi è
piaciuto, e per quanto ne so lo leggerò ancora, e lo distribuirò ancora, o
quanto meno lo consiglierò.
Giusto
per leggere un punto di visto differente dal solito, una roba fuori dal gruppo,
tipo una mosca candida che vola serena in mezzo al nero della massa.
Per concludere
riporto anche la conclusione ultima che fa riflettere, fino in fondo, fino all’ultimo
attimo:
(Questo test è un racconto, ma vale anche il
contrario, come per molti racconti)
Eh beh
allora ditelo…
Soddisfatto.
Non credevo
che ne avrei scritto in questo modo.
Mi piace.
Bene. Si
gira pagina. Ancora. E si va oltre. Arricchito.