In queste lente sere di fine luglio le
vie del centro brulicano di disinteressati anziani non ancora svenuti sotto
l'afa e di sbarbate e sbarbati non ancora patentati costretti ad aree
limitate dal tiro dello sguardo supervisore.
Ecco, tutto d'un fiato, quello che si
può respirare per le vie del borgo, quando tanti sono nelle campagne
alle feste ed i più fortunati sono in località di riposo,
divertimento o di studio.
Questa sera, realmente poco fa, ho
assistito a una classica scena adolescenziale e o post scolastica.
Trattasi del classico gruppetto di
amici, un po' di braga anche se corta, e un po' di gonna anche se
corta.
Sette o otto elementi, non di più.
Come tanti alla loro età, sprovvisti
della patente e dei mezzi per orizzonti più lontani, passeggiano
cazzeggiano, danno libero sfogo all'ignoranza ormonale, senza temere
nulla del futuro che li aspetta, senza consapevolezza alcuna del
mondo che gira intorno.
Come in tanti gruppetti del genere,
tipo quelli da muretto o da panchina, c'è sempre il galletto che
deve fare sempre lo sborone; che attenzione, non è l'alfa del
gruppo, è solo quello sfigato che lì per lì all'apparenza e
all'occhio ignorante (senza offesa) sembra prevalere, per parola modi
e atteggiamenti, sugli altri, tanto da arrivare sempre a seguire
l'altro, il vero alfa.
Come tanti galletti, anche questa sera,
quasi poco fa, si è voluto mettere in mostra.
Ora, sinceramente, il vero dialogo non
l'ho sentito bene, proprio perchè non ascoltavo i loro ormoni per la
via, tuttavia dovrebbe aver fatto circa così:
Galletto: Grande Franci... bella la tua
bici... proprio da signora... fammela provare dai...
Francesca: Non fare il cretino che è
di mia madre...
Galletto: Ma dai... cosa vuoi che
sia... tua madre non lo saprà mai...
Francesca: Dai però... insomma... c'ho
pure litigato...
Galletto: Oh ma va di brutto... basta
un colpo al pedale che prende già...
Francesca: Eh?... cioè?... smettila va
la...
Galletto: Dopo... aspetta un attimo...
veh che impenno...
Francesca: No no, dai... no no, non lo
fare... che poi chi lo dice...
Rumore assordante fastidioso categorico
imprescindibile di parafango strisciato sull'asfalto.
Galletto: Vacca... che pedalata... hai
visto?
Francesca: Dai smettila e dammi qua...
ora mia madre chi la sente?... uffa...
E il gruppetto, chi a piedi chi in
bicicletta, torna al suo girovagare.
No, Non è Francesca ad avere la colpa.
Non è colpa sua se quel ragazzo non
l'ha ascoltata.
No, Non è Francesca ad non avere detto
no.
Non è colpa sua se quel ragazzo ben
conosciuto non ha ascoltato il suo no.
No, Non è Frascesca a dover essere
messa sul banco degli imputati.
Quel rumore assordante fastidioso
categorico imprescindibile non si scorda facilmente.
Ecco, ho la speranza che Francesca,
dovesse ricapitarle una forzatura del genere, riesca a dire no in
modo convincente, cosicché anche i galletti ormonedeviati possano
intendere.
Tipo andando per una strada diversa.
Tipo con un calcio dove al galletto
duolerebbe.
Perché certi no vanno ascoltati.
Sempre.
No, Non è Francesca ad avere colpe.
Spero sua mamma lo possa comprendere.