sabato 14 febbraio 2015

Francesco tra gli Amici del Muratori

Spesso, ormai, troppo spesso in effetti, mi riduco a scrollare le notizie, se così le vogliamo chiamare, che distribuiscono i contatti di facebook.
Preferisco, sbagliando, chiamarli contatti e non amici come si dovrebbe, in quanto credo fermamente che i secondi siano una questione a parte, che l’elettronica e le catene delle robe di rete così intrecciate sono proprio distantissimi da quello che è e deve essere un’amicizia.
Dunque, scrollando qua e là si scoprono anche robe interessanti, lo ammetto; e allora che in questo periodo sembra che il tempo non manchi perché non raccogliere certi inviti anche se inviti diretti non sono?
E allora vado. Ma non vado da solo. Come lo scorso anno sono stato in compagnia ad ascoltare le sue parole. Sono certo che la ‘Dele sia rimasta contenta del coinvolgimento.
Si è andati a Modena, dalle parti dello stadio, al Liceo Ginnasio Muratori.



Quando si arriva, per fortuna per tempo, l’aula magna (mica tanto magna) non contiene ancora tanti spettatori, così noi si riesce a sedere bene e comodi.
L’attesa è densa di chiacchiere, battute, curiosità, sistemazioni di oggetti vari quali sciarpe quaderno borsa zaino, prove di foto andate spesso male. Presto le persone arrivano, come si suol dire alla spicciolata. Molti hanno un’età, del tutto simile a quella di ‘Dele, e io mi sento un po’ meno anziano all’interno di un liceo. Alcuni probabilmente sono genitori di studenti, ma anche no, potrebbero esser gli amici dell’Associazione Amici del Muratori, appunto. Fatto sta che viene spontaneo pensare che la maggior parte del pubblico avrà diciassette o diciotto anni, che nel mentre arrivano pieni di entusiasmo sorrisi smartphone colori occhiali, e di lamentele che non ci sia più posto a sedere e che siano presenti  persone non del Muratori (eccoci, presenti, noi, qui, seduti, per tempo). Quindi penso e rifletto che io alla loro età non sarei mai andato a vedere ed ascoltare un cantante o uno scrittore che fosse interessante a persone allora reputati dinosauri dell’età dei miei genitori.
C’è qualcosa che non va.
Eppure è tutto a posto.
E’ tutto merito del nostro Francesc0.
Il quale coi suoi scritti piace e risulta avvincente per tante generazioni, senza esclusione, da quasi cinquant’anni a questa parte.
L’incontro con Guccini scorre sul tema “Il tempo e la memoria nei testi di Guccini scrittore e cantautore”. E il tempo è presto sulla parola dei moderatori e del nostro.
Quando vengono elencate le opere letterarie, spiegate sommariamente ma non superficialmente, immagino il mio regalo a un amico del trittico Croniche Pafaniche e Vacca d’un cane e Cittanova blues; ma in realtà mi rimprovero un poco di non aver ancora letto il primo Francesco scrittore; ma che pretendere da me che anche la conoscenza del cantautore è lacunosa.
Sono veramente tanti i testi da leggere. Fortuna che si finisce col Dizionario, e Nuovo Dizionario, delle Cose Perdute, che io ho già divorato in tempi non sospetti.
Poi parla lui.
E io prendo appunti sull’inseparabile quaderno.
Dice che non ci sono consigli per gli scrittori novelli, non c’è un consiglio per uno stile o un argomento. Spiega che lo scrittore è come i maiale, più lo riempi più rende coi suoi prodotti, e del maiale non si butta via niente, e se lo riempi di roba buona può uscirne solo roba buona. Io l’ho intesa così: “Leggendo tanto qualcosa salta fuori, ti rimane attaccato, e rimane lì pronta per essere scritta”.
Si racconta che in passato gli è capitato di dire, sconsolato, osservando l’orologio appeso al muro, “un secondo in meno, un secondo in meno, un secondo in meno…” da vivere, e che la lancetta dei secondi serve solo per far vedere che l’orologio funziona.
L’inizio della disquisizione sul tempo, che passa, che non si ferma, è ben cominciata.
Dice che l’uomo, come ben si sa, è l’unico animale che sa che c’è una fine. L’uomo ha coscienza, quindi sa bene che prima o poi finirà la vita, quindi sa bene che il tempo per sé non è per sempre.
Una volta imparato questo sembra si debba vivere per risolvere il dilemma. Non sapendo quanto sarà domani, lungo o corto non è dato sapersi, l’unica soluzione è vivere al meglio il presente (qualcuno dice essere un dono, ndcs) senza dimenticare il passato fatto di ricordi, che aiutano a vivere il presente verso il futuro, giacché è l’unica roba certa proprio perché già accaduta, dunque il ricordo che ognuno ha è la base per affrontare il momento ora e adesso, e i giorni a seguire.
Spesso si tende a ricordare, in effetti, solo le cose belle della vita, passata. Io perplimo tra me stesso, riflettendo sul fatto che dipende molto molto molto da quel che sono le cose accadute e che tipo di ricordo lasciano, che sono certo certi traumi ed esperienze non potranno mai essere dimenticati. Francesco accenna ad esperienze personali, e dice che col tempo che passa certi ricordi che riportano a robe non belle poi diventano affievoliti, e a volte piacevoli, con quel po’ di leggerezza e sarcasmo che aiutano a ricordare meglio. Appunto.
Se non sappiamo da dove veniamo dove potremmo andare?, si chiede ricordando il suo Radici.
Poi, quasi d’improvviso, vengo schiaffeggiato, e le mie sensazioni si moltiplicano, e mi emoziono forte, e non posso non essere contento del fatto che il nostro Guccini abbia scritto quello che ha scritto. Riporto quindi alcune strofe del testo della canzone Autunno:

Rinchiudersi in casa ad aspettare qualcuno o qualcosa da fare,
qualcosa che mai si farà, qualcuno che sai non esiste e che non suonerà...
Rinchiudersi in casa a contare le ore che fai scivolare
pensando confuso al mistero dei tanti io sarò diventati per sempre io ero...
Rinchiudersi in casa a guardare un libro, una foto, un giornale
e ignorando quel rodere sordo che cambia io faccio e lo fa diventare io ricordo...

E la malinconia mi assale, poi un sorriso, poi la voglia di proseguire con le mie idee, per davvero, ancora.

L’incontro termina con diverse domande dal pubblico, precise e profonde, alle quali Francesco risponde sempre, condendo sempre coi propri aneddoti.

Quanto starei ad ascoltare i suoi aneddoti.
Già. E’ proprio ora di leggere qualcosa in più del nostro Guccini da Pavana, poco oltre Porretta Terme.

Alla prossima, foss’anche solo l’anno prossimo come è stato quest’anno.

(grazie 'Dele per la compagnia, e per la pizza)