venerdì 5 settembre 2014

Storia di Pi da vivere in pieno

Quando uscì ero stato affascinato dagli spot trailer che passarono per la tv.
Così, su due piedi, senza nemmeno ascoltare bene di che si trattasse, ricordo di avere pensato che era proprio da andare a vedere.
Poi, come si dice a volte, il tempo passa e l’occasione pure, col risultato che non se n’è fatto nulla, ed è passato, qui, per me, inosservato.
La tigre, il mare, il ragazzo, e l’esotico che traspariva erano così attraenti ma non ero riuscito a vedere alcun che.
Poi il caso che non esiste me l’ha portato sotto casa, cioè dietro casa, e allora ho provato a fare girare le cose perché riuscissi quanto meno a provare ad assistere alla proiezione.

Incantato.
Niente di più.

Storia di Pi mi ha preso dentro, fino in fondo, sotto quella buccia che non mi dispiace mica.

E’ certamente uno di quei film da mettere in filmoteca casalinga.
L’atmosfera indiana è stata ammaliante.
Il protagonista narrante con quella calma invidiabile si fa ascoltare bene, il ritmo delle sue parole sono massaggi alla mente che analizza.
La storia è avvincente, la fotografia azzeccata e mai fuori luogo. Gli effetti speciali davvero speciali, da rimanere allibiti e basiti in più di una sequenza.
Sono rimasto incollato allo schermo tutto il tempo senza mai temere di annoiarmi.
Sul finale, quando si conclude la storia “vera”, si capisce come la spiegazione spieghi l’inspiegabile.
Si comprende come una storia ben raccontata non ti permetta di ragionare bene, come in realtà l’uomo abbia la sua parte animale ben presente che esce nel suo fulgore, benché animalesco, quando l’occasione si fa necessaria
Si intende come riflettendo bene le persone si possono identificare con gli animali, o più semplicemente con le proprie esperienze, qualsiasi esse siano.


Il finale è una sorpresa che ridesta alla realtà, che fa ricordare che è questione di un attimo, e dopo quell’attimo è tutta un’altra cosa… che dopo non sarai mai più lo stesso, anche se per un lasso di tempo ben definito.


Il finale ti fa comprendere che una persona non finisce mai di conoscersi, che sono le esperienze che vive che la fanno diventare quella che è, che sono le reazioni alle emozioni a fare quello che è.



Non è proprio un caso che abbia vinto degli oscar…